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29 Maggio - Oria

Il battesimo di Andrea

Il nostro piccolo Andrea, oggi 29 maggio, ha ricevuto il dono del battesimo. Nel pomeriggio di sabato la comunità Annibale Maria Di Francia, grazie alla premura e all’attenzione di sr Dolores, oltre alla volontà di Madre Arlene e sr Sherly. Tutto il centro si è prodigato ad organizzare il battesimo presso la nostra Parrocchia di San Francesco di Paola di Oria, grazie alla collaborazione di Don. Francesco Sternativo che ha voluto fortemente questo sacramento. La madre del piccolo, Maria è stata preparata al battesimo da sr Dolores, la quale ha pazientemente accompagnato la mamma di Andrea offrendole la conoscenza necessaria sul Sacramento del Battesimo per essere pronta a ricevere, per suo figlio Andrea, il sacramento del battesimo. Anche la madrina, Mafalda è stata pronta a rivestire con affetto e responsabilità il suo ruolo e il suo compito futuro nei confronti di Andrea, perché lo possa guidare lungo la sua vita nella fede cristiana. Tutto il personale si è prodigato con premura e amore per organizzare tale importante evento e realizzare una festa meravigliosa. Durante la cerimonia tutti i presenti si sono riuniti con affetto intorno al dolcissimo Andrea e hanno sentito l’importanza del momento. Durante la parte centrale della messa c’è stata una vibrante commozione che ha coinvolto tutti gli astanti. Anche la nonna di Andrea è stata felice di essere presente in questo giorno speciale, dopo un lungo periodo di lontananza per via del lockdown per la pandemia. Al rientro nel centro Parietone Andrea è stato festeggiato con un buffet e una torta per l’occasione e tutti i partecipanti alla messa hanno voluto fare un regalo al piccolo Andrea. Rossana Martellotta, educatrice

Semi di Parola

Santa Famiglia di Nazaret – Anno A - Si rifugiò in Egitto (Mt 2,13-15.19-23).
I racconti della venuta al mondo di Gesù sono pieni di viaggi: nel Vangelo di Luca la famiglia si deve spostare a causa di un decreto imperiale, per il capriccio, cioè, di un potente. Nel vangelo di Matteo è ancora peggio: una povera famiglia è perseguitata da un tiranno perché si vede insidiato il trono. Giuseppe porta prima la famiglia in Egitto, un paese ricco da sempre, un paese avanzato, insomma, e poi quando deve rientrare nella sua terra è costretto a non tornare nella sua casa di un tempo ma a stabilirsi in un altro stato, sempre per evitare la possibile ritorsione del despota di turno. Il vangelo ci dice quindi che quella di Gesù è una famiglia di profughi, di rifugiati politici, costretti più volte a fuggire. Quel bambino incarna la sorte di tanti bambini che, anche nel mondo attuale, sono le prime vittime della violenza e del sopruso dei potenti che giocano a fare la guerra sulla testa dei poveri. In quella famiglia possiamo ritrovare la sorte di tante famiglie che attraversano deserti, mari e fiumi, pur di garantire soprattutto ai più piccoli un futuro migliore, al riparo dalla fame, dalle avversità climatiche, dalle instabilità politiche di tante parti del mondo. Eppure, quella famiglia che viveva in un contesto di potere globalizzato, quale era quello di Roma, aveva almeno la possibilità di muoversi tra un paese e l’altro; addirittura, Giuseppe può fare la scelta di portare suo figlio in un ambiente più accogliente, dove potrà formarsi per un lungo periodo prima, fino a quando, da adulto, si impegnerà a difendere proprio quei poveri a cui si sentiva di appartenere per averne condiviso la sorte e la precarietà. Ci sono, tuttavia, tanti bambini e famiglie che non possono migliorare, come invece aveva potuto fare la famiglia di Nazaret, la propria condizione di vita, perché sono costretti a stare in prigioni a cielo aperto come Gaza, dove tanti bambini stanno morendo di freddo, fame e guerra. Ce ne sono altri che sono respinti alle frontiere dei paesi ricchi, strappati dalle famiglie da parte di governi eletti anche da fanatici cristiani che non sanno neppure leggere il vangelo nella sua disarmante semplicità, ma si ostinano a vedere in quel Gesù che è scappato per sfuggire alla violenza dei potenti, il simbolo della chiusura e degli steccati alzati per non vedere la disperazione dei poveri. Ascoltare oggi i vangeli del Natale significa sapere da che parte devono stare i cristiani; altrimenti non sono più seguaci del più famoso profugo della storia, ma piuttosto sono gli epigoni di quei potenti che perseguitavano e uccidevano gli inviati di Dio.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo