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Semi di Parola
V Domenica di Quaresima (Gv 11,1-45)
La quinta Domenica di Quaresima ci racconta la resurrezione di Lazzaro e la cosa che colpisce di più è il suo silenzio: non prega, non chiede, non supplica, non ringrazia. Eppure Gesù lo tira fuori da quel sepolcro, demolendo in un attimo tutta la logica matematica che a volte ci guida nella fede. La resurrezione di Lazzaro è un atto di pura gratuità di Gesù. Dio non ama solo chi se lo merita, chi lo prega, chi è grato. Dio ama tutti, anche quelli che non fanno niente di tutto ciò, perché chi è nella condizione di Lazzaro sembra impossibilitato, incapace a fare qualunque cosa. Un morto non prende iniziativa. Sembra che il Vangelo di oggi ci dica che, se anche non avessimo nemmeno più parole per pregare, e ci sentissimo imprigionati come in un sepolcro, in una condizione di mortificazione, e legati con bende strette da circostanze che abbiamo subito o scelto, Lui potrebbe ancora fare qualcosa per noi. “Lazzaro, vieni fuori!”.Credere è obbedire a quel comando e disobbedire alla morte che ci imprigiona, qualunque essa sia.
La Preghiera della Memoria
Attraverso i
volti
e la storia.
Belvedere del Rogate