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La Preghiera della Memoria
22 dicembre
Suor M. Giorgina Leanza, di San Paolo Apostolo
Visse una costante e appassionata continuità col Signore
decede nel 1981 nella Casa Madre di Messina
Suor M. Valeriana Cozzetto, di Santa Cecilia
Si purificò sulla strada dell’umiliazione
decede nel 1982 nella Comunità San Benedetto – Oria BR
Suor M. Guglielma Lovece, di Gesù Crocifisso
Fece della sua vita un’offerta al Signore perché l’umanità avesse Ministri santi
decede nel 1986 nella sede di Altamura BA
Suor M. Concetta Savoca, di S. Ignazio di Lojola
Accumulava riserve di gioia, per sé e per gli altri, pregando il Magnificat
decede nel 2001 nella Casa Madre di Messina
Suor M. Eliodora Capone, del Volto Santo
Contemplare la “bellezza” del Figlio dell’Uomo … che grazia!!!
decede nel 2009 nella sede di Altamura BA
Suor M. Fernanda Sulmona, di Cristo Re
Serviva nella preghiera e nella carità
decede nel 2017 nella sede di Altamura BA
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Semi di Parola
IV Domenica di Avvento – Anno A - Giuseppe era uomo giusto (Mt 1,18-24).
Il dramma di Giuseppe è quello di trovarsi di fronte ad una situazione non solo inattesa ma anche al di fuori dei parametri sociali di riferimento. Quest’uomo viene a conoscenza che la futura moglie aspetta un bambino che non è suo. La sua coscienza e la volontà di obbedire alla legge di Dio di cui è un osservante scrupoloso (questo è il senso del termine “giusto”) lo obbligano a non accogliere più Maria nella sua casa perché adultera. Il suo senso di giustizia però è temperato dalla misericordia; forse capisce che spesso le donne sono a loro volta vittime della violenza di altri uomini e sa che Maria non farebbe mai un atto contrario alla legge di Dio. Ecco perché anziché denunciarla pubblicamente per adulterio, sceglie di assolvere all’obbligo che gli impone la legge di Mosè nascondendo la vera causa del ripudio. Tuttavia, si apre una possibilità del tutto nuova che può comprendere fidandosi di Dio ma anche di Maria; Giuseppe vede non l’atto ma la persona e le dà la possibilità di dimostrare che lei è lo strumento dell’agire imprevedibile di Dio. L’esempio di Giuseppe, che fa una scelta fuori dagli schemi della società in cui vive, solo fidandosi di un sogno, diventa per noi l’emblema del coraggio di percorrere strade nuove, di non aver paura di rimettere in discussione anche i principi sacrosanti che ci sono stati imposti come volontà di Dio. Quante strutture e modi di pensare, rimasti invariati per secoli, oggi sono messi in crisi dal cambiamento epocale della cultura umana! Alcuni costumi e regole sono stati pensati e codificati quando l’umanità conosceva solo i governi assoluti che si volevano fondati sul diritto divino; anche la subordinazione femminile o di alcuni strati sociali e categorie di persone erano dati per immutabili. Voler continuare oggi a difendere alcune forme di espressione ecclesiale in nome della tradizione quando tutto ormai è cambiato nella percezione umana, perché il mondo è diventato infinito grazie alle scoperte scientifiche e non è più una sfera o una zattera sotto una campana di vetro, come quando sono state codificate certe norme, significa aver paura, in fondo, di accogliere l’imprevedibilità di Dio. Questo racconto ci dice che, se Giuseppe avesse continuato a pensare solo con gli schemi anche sacrosanti che gli imponeva la tradizione, la storia dell’incarnazione di Dio non sarebbe stata la stessa. Solo il coraggio di fare scelte inconsuete può farci collaborare con Dio a cambiare la storia.
La Preghiera della Memoria
Attraverso i
volti
e la storia.
Belvedere del Rogate