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Marino dal 25 al 30 agosto

Incontro delle Suore che celebrano il 50° di Consacrazione religiosa

Dal 25 al 30 agosto si incontrano, a Marino, nella sede della Provincia NSG, 10 delle Sorelle che celebrano prossimamente il 50° di Professione religiosa, compresa la Superiora della Provincia. Vivono insieme giornate intense di gioia, lode e ringraziamento, preghiera e condivisione, fraternità e ricordi. E’ un’iniziativa molto bella perché, come ci ricorda Papa Francesco: “Tutto è cominciato dall’incontro col Signore. Da un incontro e da una chiamata è nato il cammino di consacrazione. Bisogna farne memoria”. Momenti particolarmente significativi di questa esperienza sono stati: la partecipazione alla Liturgia Eucaristica in rito bizantino italo-greco nel Monastero dei monaci Basiliani a San Nilo e il pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano, culminati con la partecipazione all’udienza del S. Padre, mercoledì 29 agosto, al termine della quale le Suore hanno avuto la sorpresa di incontrarlo da vicino, scambiare con lui alcune parole e fare insieme delle foto ricordo. Ringraziamo di cuore queste Sorelle per la loro fedeltà e continuiamo a sostenerle con la nostra preghiera perché il Signore conceda loro ancora lunghi anni per continuare a servirlo e lodarlo con la testimonianza della propria vita.

Semi di Parola

Corpus Domini – Anno C - Recitò la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero (Lc 9,11-17).
Il racconto della moltiplicazione dei pani, in tutti i vangeli, riecheggia quanto Gesù ha fatto nell’ultima cena, fondamento dell’atto centrale del culto cristiano, cioè l’Eucaristia. L’accostamento non è dovuto alla semplice ripetizione dei gesti di Gesù ma alla riflessione degli evangelisti e delle loro comunità, dove si aveva piena consapevolezza dello stretto legame tra i gesti del rito e le azioni della vita quotidiana dei cristiani. Come a dire che il culto ha senso solo se è l’espressione rituale della vita del credente: il gesto della condivisione del pane eucaristico deve essere il riflesso della condivisione nelle relazioni non solo tra i credenti ma con ogni essere umano. Non è secondario il fatto che, mentre i gesti rituali dell’Eucaristia sono avvenuti all’interno della cerchia ristretta dei discepoli di Gesù, la moltiplicazione dei pani sia stata fatta per una folla anonima di persone che erano andate da Gesù nella loro indigenza per avere una parola di consolazione e di speranza e verso le quali la risposta di Gesù non consiste solo in parole ma in un gesto di servizio. Di quelle persone tante sono tornate alle loro vite consolate o forse anche un po’ deluse perché si aspettavano annunci eclatanti di cambiamento. Solo un piccolissimo gruppo di coloro che hanno ascoltato Gesù ha conservato la memoria di Lui dopo al sua morte, ricominciando quasi da zero la predicazione del Regno di Dio iniziato con la sua risurrezione; con la gratuità del suo gesto, che non chiedeva in cambio un’adesione a un gruppo di seguaci, Gesù ha indicato uno stile a coloro che hanno conservato la sua memoria e che si sono definiti chiesa: i gesti di servizio non devono essere improntati al calcolo di un eventuale tornaconto, ma devono essere l’espressione concreta dell’esperienza di amore gratuito ricevuto da quel Dio che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, senza calcolo e misura. Forse per questo tutti gli evangelisti sottolineano che del pane avanzarono molti pezzi fino a riempire dodici ceste: la gratuità di Dio verso di noi non ha misura e tale deve essere la disponibilità del discepolo verso gli altri.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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