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12 Febbraio - Roma

Benedizione dei locali ristrutturati dell’infermeria

Il Covid19 non ci ha permesso di benedire i locali ristrutturati dell’infermeria della Comunità di Roma, ma la presenza delle nostre sorelle anziane e malate ha benedetto quotidianamente questi ambienti permettendo loro una vita più serena, attraverso un accudimento personalizzato e tanta vicinanza fraterna. Cinque di loro in questi due anni si sono già incamminate nella casa del Padre e anche per loro abbiamo pregato con tanta fiducia nella loro immersione nella luce eterna di Dio. Una celebrazione semplice e fraterna con la partecipazione della Madre generale e delle consorelle della Casa generalizia, della Madre Provinciale con la comunità di Marino, del personale dell’infermeria e tutte le Consorelle di Roma. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Parroco, don Antonio Di Tuoro,rcj, seguita dalla benedizione delle consorelle inferme e dei vari locali ristrutturati. Il momento finale è stato un momento di fraternità all’insegna del canto “Paradiso, paradiso!” e un buffet preparato con cura dalla nostra consorella suor M. Flora Ulaj.

Semi di Parola

XVII Domenica del tempo Ordinario (Gv 6,1-15)
La domanda che Gesù rivolge a Filippo sul dove si potrà trovare pane per tutti è domanda rivolta a ognuno di noi quando davanti alla sproporzione delle cose che ci accadono ci sentiamo interpellati: “E adesso dove troverai tutte le forze per affrontare questo?”. C’è sempre la presa di coscienza di una grande sproporzione che c’è tra le nostre forze e ciò che ci tocca vivere. Se ci pensiamo davvero, sperimentiamo lo stesso spaesamento che avrà provato il povero Filippo. Solo un miracolo può salvarci. E il miracolo accade. “Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: ‘C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?’”. Bisogna avere almeno l’umiltà di sapere quel poco che si ha. Se sappiamo fare solo l’elenco di ciò che ci manca rimaniamo schiacciati dal solo pensiero delle cose. Gesù moltiplica quei cinque pani e due pesci, ma moltiplica non crea. Moltiplicare cinque è cosa diversa dal moltiplicare zero. Nessuno di noi ha zero. Ha qualcosa, che non sarà certamente abbastanza. Lo metta però con fiducia davanti al Signore ed Egli farà il resto. L’errore è il pensare che il poco che noi abbiamo non conti nulla. In realtà non conta nulla quando rimane da solo, ma quando è consegnato a Lui non solo basta ma avanza. Non è magia, ma è il miracolo del possibile offerto con fiducia. Dovremmo diventare esperti nel fare questo tipo di miracoli, cioè nel fare ciò che ci è possibile fare senza pretendere da noi stessi l’impossibile. Quest’ultimo lasciamolo a Lui.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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