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25/29 Maggio - Graniti

Missione pastorale

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo” Dal 25 al 29 maggio le Figlie del Divino Zelo sono state chiamate a vivere dei giorni di evangelizzazione e di fraternità nelle Parrocchie di Graniti e di Motta Camastra, in provincia di Messina, per rendere grazie al Signore per i 40 anni di Sacerdozio di Padre Vincenzo Di Mura. Sono stati giorni in cui si sono susseguiti momenti di preghiera, cenacoli con le famiglie, momenti di gioco e di catechesi per i più piccoli e incontri casuali che hanno permesso di ravvivare nei fedeli lo spirito di fede, che alle volte si attenua a causa delle fatiche quotidiane. Tutte le persone volevano sentire da noi solo parole ricche di speranza e di amore e ci lasciavano sempre con sorrisi ricchi di gratitudine. Una missione breve ma importante, in particolare, in quella terra cara a noi FDZ, che ci ha donato due grandi testimoni: Madre Nazarena Maione e Madre Carmela D’Amore, donne umili che hanno vissuto e operato per Gesù e il suo divino comando: il Rogate. Una missione che ha risvegliato in noi la forza e lo zelo per portare a tutti il Vangelo e pregare affinché in ogni terra ci siano buoni operai che guidano e custodiscano la messe. Suor M. Patrizia, suor M. Annalisa, suor M. Nelsa e nov. Ester

Semi di Parola

IV Domenica di Avvento – Anno A - Giuseppe era uomo giusto (Mt 1,18-24).
Il dramma di Giuseppe è quello di trovarsi di fronte ad una situazione non solo inattesa ma anche al di fuori dei parametri sociali di riferimento. Quest’uomo viene a conoscenza che la futura moglie aspetta un bambino che non è suo. La sua coscienza e la volontà di obbedire alla legge di Dio di cui è un osservante scrupoloso (questo è il senso del termine “giusto”) lo obbligano a non accogliere più Maria nella sua casa perché adultera. Il suo senso di giustizia però è temperato dalla misericordia; forse capisce che spesso le donne sono a loro volta vittime della violenza di altri uomini e sa che Maria non farebbe mai un atto contrario alla legge di Dio. Ecco perché anziché denunciarla pubblicamente per adulterio, sceglie di assolvere all’obbligo che gli impone la legge di Mosè nascondendo la vera causa del ripudio. Tuttavia, si apre una possibilità del tutto nuova che può comprendere fidandosi di Dio ma anche di Maria; Giuseppe vede non l’atto ma la persona e le dà la possibilità di dimostrare che lei è lo strumento dell’agire imprevedibile di Dio. L’esempio di Giuseppe, che fa una scelta fuori dagli schemi della società in cui vive, solo fidandosi di un sogno, diventa per noi l’emblema del coraggio di percorrere strade nuove, di non aver paura di rimettere in discussione anche i principi sacrosanti che ci sono stati imposti come volontà di Dio. Quante strutture e modi di pensare, rimasti invariati per secoli, oggi sono messi in crisi dal cambiamento epocale della cultura umana! Alcuni costumi e regole sono stati pensati e codificati quando l’umanità conosceva solo i governi assoluti che si volevano fondati sul diritto divino; anche la subordinazione femminile o di alcuni strati sociali e categorie di persone erano dati per immutabili. Voler continuare oggi a difendere alcune forme di espressione ecclesiale in nome della tradizione quando tutto ormai è cambiato nella percezione umana, perché il mondo è diventato infinito grazie alle scoperte scientifiche e non è più una sfera o una zattera sotto una campana di vetro, come quando sono state codificate certe norme, significa aver paura, in fondo, di accogliere l’imprevedibilità di Dio. Questo racconto ci dice che, se Giuseppe avesse continuato a pensare solo con gli schemi anche sacrosanti che gli imponeva la tradizione, la storia dell’incarnazione di Dio non sarebbe stata la stessa. Solo il coraggio di fare scelte inconsuete può farci collaborare con Dio a cambiare la storia.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo