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Palermo 7 ottobre

Nuova Missione in Palermo

Suor M. Aureliana Foti, Suor M. Giuseppina Prinzi e Suor M. Leonila Sinoro giungono a Palermo, accompagnate dalla Superiora della Provincia, Madre Isabella Maria Lorusso, e da Suor Michelia Rado. Il loro ingresso ufficiale è preceduto dalla visita al Parroco di Maria SS.ma delle Grazie in Roccella, Don Ugo Di Marzo, e all’ Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice. La solenne celebrazione Eucaristica di inizio della Missione è presieduta dal Vicario generale della Diocesi, Mons. Giuseppe Oliveri, al quale si uniscono numerosi sacerdoti concelebranti, fra i quali il nostro confratello Rogazionista, Padre A. Vicari. Grande la partecipazione dei fedeli della Parrocchia. Nella stessa celebrazione, ricorrendo il 50° di Professione di Madre M. Isabella e di Suor Michelia, le due consorelle rinnovano la loro consacrazione in un contesto di grande testimonianza vocazionale. Viene accesa la lampada votiva per le vocazioni, accanto all’arazzo di S. Annibale M. Di Francia e si benedice il nuovo basamento alla statua della Madonna delle Grazie. Il Signore, per intercessione di S. Annibale e della Venerabile Nazarena, benedica la nuova Missione e i buoni operai chiamati ad operarvi, ascoltando la nostra incessante preghiera per la messe abbondante e matura.

Semi di Parola

XVII Domenica del tempo Ordinario (Gv 6,1-15)
La domanda che Gesù rivolge a Filippo sul dove si potrà trovare pane per tutti è domanda rivolta a ognuno di noi quando davanti alla sproporzione delle cose che ci accadono ci sentiamo interpellati: “E adesso dove troverai tutte le forze per affrontare questo?”. C’è sempre la presa di coscienza di una grande sproporzione che c’è tra le nostre forze e ciò che ci tocca vivere. Se ci pensiamo davvero, sperimentiamo lo stesso spaesamento che avrà provato il povero Filippo. Solo un miracolo può salvarci. E il miracolo accade. “Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: ‘C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?’”. Bisogna avere almeno l’umiltà di sapere quel poco che si ha. Se sappiamo fare solo l’elenco di ciò che ci manca rimaniamo schiacciati dal solo pensiero delle cose. Gesù moltiplica quei cinque pani e due pesci, ma moltiplica non crea. Moltiplicare cinque è cosa diversa dal moltiplicare zero. Nessuno di noi ha zero. Ha qualcosa, che non sarà certamente abbastanza. Lo metta però con fiducia davanti al Signore ed Egli farà il resto. L’errore è il pensare che il poco che noi abbiamo non conti nulla. In realtà non conta nulla quando rimane da solo, ma quando è consegnato a Lui non solo basta ma avanza. Non è magia, ma è il miracolo del possibile offerto con fiducia. Dovremmo diventare esperti nel fare questo tipo di miracoli, cioè nel fare ciò che ci è possibile fare senza pretendere da noi stessi l’impossibile. Quest’ultimo lasciamolo a Lui.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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