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Agosto 2022 - Oria

Centro Estivo

Il nostro Centro Estivo finisce qui. Ad assistere al nostro personale Cor-teo Storico, il Sindaco, le Associazioni che ci hanno fornito aiuto e ancora parenti ed amici con una grande festa finale e assegnazione del Palio. Grazie a voi tutti amici cari per il vostro gene-roso contributo e arrive-derci al prossimo anno! Cari Amici e Benefattori, vi mando queste belle foto per rendervi partecipi delle attività svolte dai nostri bambini nel nostro Centro Socio Educativo, durante i mesi estivi. Come ogni anno il Centro propone un programma estivo a tema per offrire ai bambini una nuova op-portunità di crescita, socializzazione e integrazione durante le vacanze scolastiche. Quest’anno il tema è storico-culturale: “Corteo storico di Federico II - Torneo dei Rioni”. L’idea nasce dalla considerazione che molti dei nostri bambini pur vivendo in una cittadina medievale non ne conoscono la storia, le tradizioni e le manifestazioni ad essa legate. Grazie all’aiuto della nostra equipe educativa e degli enti locali quali Associa-zione Turistica Proloco e varie associazioni locali si è potuto promuovere e valorizzare le tradizioni del nostro paese non solo tramite incontri educativi e informativi, ma anche e so-prattutto con attività manuali, ludiche, sportive, musicali e teatrali. Non potevano certo mancare anche delle belle giorna-te al mare sulle coste salentine e poi escursioni e tanto diverti-mento. Sperando di avervi fatto cosa gradita, vi saluto e vi au-guro giorni lieti in conclusione della stagione estiva. Grazie di cuore, il Signore vi benedica sempre!

Semi di Parola

XXX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Presunzione di essere giusti (Lc 18,9-14).
In questa parabola possiamo vedere chiaramente la capacità di Gesù di leggere il cuore umano, perché in poche battute descrive a perfezione i due tipi di uomo che incidentalmente sono un fariseo e un pubblicano ma in realtà rappresentano i due modi di essere al mondo: di chi è rivolto verso sé stesso elevandosi a dio della propria vita e chi invece guarda l’altro, che sia Dio o l’uomo, e attraverso questo sguardo valuta sé stesso. Il pubblicano, cioè colui che estorceva i beni al popolo per conto dei romani, è probabilmente colto nell’attimo in cui rivede la sua vita, forse perché spinto dal dolore di chi ha umiliato e angariato. Ha commesso molto male ma, come farà Zaccheo, ha deciso di rimettere in discussione la propria vita ponendosi davanti a Dio e riconoscendosi peccatore. Badiamo bene, non si tratta di chi sfrutta i dipendenti e poi fa l’offerta in chiesa per lavarsi la coscienza, ma è uno che sta cambiando radicalmente vita mettendosi a nudo davanti a Dio. Il fariseo invece pensa che con Dio non solo è in pace ma è in confidenza, a tal punto che può parlare con lui della sua onestà cristallina. Ma con quale dio sta parlando? Nel testo originale è descritto così: “Stando in piedi verso sé stesso diceva”; il dio con cui stava parlando non era Dio ma sé stesso elevato a dio della propria vita. Il fariseo non solo non era aperto con il cuore agli altri, a cominciare dal pubblicano che veniva sbrigativamente etichettato per ciò che aveva fatto fino ad allora nella società, non notando minimamente che era avvenuto un cambiamento nel suo cuore, ma non era aperto neppure verso Dio perché ignorava la sua caratteristica più importante che è la misericordia. Il suo dio è lui stesso posto come modello inimitabile per il resto dell’umanità. Non sappiamo e non importa se il fariseo con il suo atteggiamento e le sue scelte ha fatto del male a qualcuno ma lo avrà fatto con le migliori intenzioni, pensando con il suo disprezzo di educare gli altri a migliorare sé stessi perché sottoposti al giudizio di Dio di cui il fariseo si riteneva forse uno strumento. È quanto accade spesso con le persone devote e religiose che non si mettono davanti a Dio ma usano Dio per giudicare e condannare gli altri mentre l’unico dio che adorano è il proprio ego a cui hanno fatto un monumento. Il pubblicano viene dichiarato giusto perché ha avuto la capacità di capire veramente chi è Dio: non uno spettatore della nostra recita umana ma uno sguardo che perdonando fa riemergere il bene che abbiamo nel cuore, troppo spesso sepolto sotto il piedistallo della nostra vanità.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo