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12 Novembre 2022 - Monza

Castagna 2022

E’ diventata ormai una consuetudine la partecipazione di PADIF Monza alla Castagnata organizzata ogni anno dalla Scuola del Castello – Is􀆟tuto Padre Di Francia di Monza all’interno del sontuoso cor􀆟le di Villa Torneamento. Sabato 12 Novembre, oltre alla vendita, organizzata dalla Scuola, di caldarroste, torte, dolci, bisco􀆫 e vin brulè, PADIF Monza ha partecipato all’evento con un proprio banche􀆩o per la vendita di sacche􀆫 di riso carnaroli, confe􀆩ure biologiche e cioccolata calda. Tu􀆫 i prodo􀆫 vendu􀆟 da PADIF Monza hanno un’e􀆟che􀆩a informa􀆟va che oltre a dis􀆟nguere l’Associazione ne iden􀆟fica chiaramente lo scopo benefico. La giornata è stata magnifica e contro ogni previsione anche il tempo è stato clemente! Finalmente dopo tan􀆟 anni di pandemia si è rivista la gente, un’affluenza con􀆟nua per tu􀆩o il pomeriggio. I bambini sono sta􀆟 i protagonis􀆟 con le loro facce felici sporche di cioccolato e mai come quest’anno è stato bello vedere mol􀆟 di loro accompagna􀆟 anche dai nonni. Even􀆟 come questo, per noi di PADIF Monza, sono anche un’occasione di incontro con tu􀆫 i volontari e anche con ex ospi􀆟 della Casa Famiglia, ormai maggiorenni, che si ricordano ancora di noi. Ragione questa che, oltre a renderci orgogliosi, ci spinge a proseguire e a migliorare sempre! Infine, oltre a ringraziare i nostri volontari per i sacrifici che fanno, un ringraziamento par􀆟colare va a Suor Angela e a tu􀆩e le sue consorelle, la cui dedizione, impegno e sensibilità verso i bambini rendono possibile tu􀆩o questo. Daniela A􀆩adia Vice-Presidente PADIF Monza

Semi di Parola

Corpus Domini – Anno C - Recitò la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero (Lc 9,11-17).
Il racconto della moltiplicazione dei pani, in tutti i vangeli, riecheggia quanto Gesù ha fatto nell’ultima cena, fondamento dell’atto centrale del culto cristiano, cioè l’Eucaristia. L’accostamento non è dovuto alla semplice ripetizione dei gesti di Gesù ma alla riflessione degli evangelisti e delle loro comunità, dove si aveva piena consapevolezza dello stretto legame tra i gesti del rito e le azioni della vita quotidiana dei cristiani. Come a dire che il culto ha senso solo se è l’espressione rituale della vita del credente: il gesto della condivisione del pane eucaristico deve essere il riflesso della condivisione nelle relazioni non solo tra i credenti ma con ogni essere umano. Non è secondario il fatto che, mentre i gesti rituali dell’Eucaristia sono avvenuti all’interno della cerchia ristretta dei discepoli di Gesù, la moltiplicazione dei pani sia stata fatta per una folla anonima di persone che erano andate da Gesù nella loro indigenza per avere una parola di consolazione e di speranza e verso le quali la risposta di Gesù non consiste solo in parole ma in un gesto di servizio. Di quelle persone tante sono tornate alle loro vite consolate o forse anche un po’ deluse perché si aspettavano annunci eclatanti di cambiamento. Solo un piccolissimo gruppo di coloro che hanno ascoltato Gesù ha conservato la memoria di Lui dopo al sua morte, ricominciando quasi da zero la predicazione del Regno di Dio iniziato con la sua risurrezione; con la gratuità del suo gesto, che non chiedeva in cambio un’adesione a un gruppo di seguaci, Gesù ha indicato uno stile a coloro che hanno conservato la sua memoria e che si sono definiti chiesa: i gesti di servizio non devono essere improntati al calcolo di un eventuale tornaconto, ma devono essere l’espressione concreta dell’esperienza di amore gratuito ricevuto da quel Dio che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, senza calcolo e misura. Forse per questo tutti gli evangelisti sottolineano che del pane avanzarono molti pezzi fino a riempire dodici ceste: la gratuità di Dio verso di noi non ha misura e tale deve essere la disponibilità del discepolo verso gli altri.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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