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27-30 dicembre Marino

FORMAZIONE GIOVANI SUORE PROFESSE PERPETUE E IUNIORES

Dal 27 al 30 dicembre le Sorelle che hanno emesso la professione perpetua dal 2013 ad oggi e le Sorelle Juniores si sono riunite a Marino nella sede della Provincia NSG per riflettere su uno degli strumenti principali della formazione continua ovvero il Progetto Personale di Vita. La sera del 27, la Superiora Generale, Madre M. Teolinda Salemi, ha presentato il cammino dell’istituto per l’anno 2019 dal tema "Rinnovare i processi formativi e vocazionali", affermando che uno degli strumenti principali per la formazione continua è il Progetto Personale di Vita. Il giorno 28, la consacrata Gloria Conti, ha proposto l’argomento "PPV una casa in costruzione sostenuta dalla fedeltà di Dio per me". Con tale argomento ha presentato i motivi per cui il PPV è consigliabile farlo, viverlo e verificarlo in prima persona. Il giorno 29, la stessa relatrice Gloria, ha sviluppato l’argomento "La gestione dei conflitti". Nel pomeriggio, le sorelle si sono divise in coppie per avviare un dialogo di conoscenza. Dopo il dialogo ogni Sorella ha presentato l’altra a tutto il gruppo. Il giorno 30 il nostro confratello P. Agostino Zamperini, ha trattato il tema "La Vita spirituale" negli scritti di Annibale Maria Di Francia, presentando la "Vita spirituale" come la intendeva Padre Annibale. Ha concluso le giornate di incontro, la Superiora della Provincia, Madre Isabella Maria Lorusso, esortando le Sorelle a sentire proprio il PPV ed ha proposto uno schema per avere più possibilità di scelta secondo la sensibilità di ognuna.

Semi di Parola

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Mc 10,17-30)
Tra la gente che incontra Gesù c’è un giovane che con la sua domanda va dritto al cuore: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”; che tradotto significa: “Cosa devo fare per essere felice?”. Gesù sembra non lasciarsi colpire subito da una domanda del genere. Sa bene che chi vuole essere felice quasi mai fa innanzitutto tutto il possibile. Seguire i comandamenti significa innanzitutto fare tutto il possibile con le mie forze per essere felice. A noi piace la felicità ma quasi mai piace la fatica che essa comporta. Ma questo giovane sbaraglia Gesù, lui è uno che i comandamenti li ha sempre seguiti fin da piccolo. Non è uno che fa propositi ma uno che si impegna, un ragazzo concreto. Gesù si innamora con uno sguardo di questo ragazzo affidabile: “Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!"”. Dopo che hai fatto tutto il possibile l’unica cosa che può renderti felice è liberarti da tutto ciò che ti trattiene. Il possesso noi lo cerchiamo perché ci dia sicurezza, invece il possesso ci trattiene dall’essere felici. Ma neanche questo giovane è capace di tanto. Non basta essere buoni, serve essere anche liberi per essere felici. «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». Ecco perché arriva un momento in cui sale sulle nostre labbra una preghiera quasi disperata: «E chi mai si può salvare?». Proprio al limitare di questa nostra incapacità inizia davvero il cristianesimo: “Ma Gesù, guardandoli, disse: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio»”. Ciò che Gesù ci chiede non poggia sulle nostre capacità, ma sulla fiducia che è Dio stesso che ci rende capaci di ciò che ci domanda. È da questa fiducia che tutto inizia, e tutto diventa possibile.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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