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Messina 17-18 novembre: weekend vocazionale

WEEKEND VOCAZIONALE A MESSINA

"Come se vedessero l’invisibile" (EG 150) è il tema scelto per la GMPV 2019 ed è il tema scelto per il cammino di animazione vocazionale di quest’anno a livello provinciale, per le giovani che vogliono conoscersi, approfondire la propria fede e scoprire alla luce della Parola di Dio qual è il sogno di Dio su di loro. Il cammino è diviso in tre tappe: SOGNARE " RISCHIARE " TESTIMONIARE. Il 17 e 18 novembre 2018 si è svolta a Messina, con alcune giovani, la prima tappa: SOGNARE, preparata e animata da Suor M. Letizia Salpietro, Suor M. Patrizia Stasi, Suor M. Jain Arackal e Suor M. Annalisa Decataldo. I sogni dei giovani, dice Papa Francesco, sono importanti. "Un giovane che non sa sognare - dice - è un giovane anestetizzato e non potrà capire la forza della vita: i sogni vi svegliano. Sono la vostra responsabilità e il vostro tesoro; fate che siano anche il vostro futuro" - "Non lasciatevi rubare i vostri sogni! Siate pellegrini sulla strada dei vostri sogni".

Semi di Parola

XIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Come agnelli in mezzo a lupi (Lc 10,1-12.17-20).
L’invio dei discepoli da parte di Gesù ha uno scopo ben preciso: non tanto annunciare la venuta del Regno di Dio, quanto piuttosto dimostrare, attraverso la loro azione, che il Regno è già presente. Il Regno di Dio non è una sorta di istituzione di governo, ma l’azione di Dio in favore dell’umanità, soprattutto di quella parte che più soffre ingiustizia e violenza da parte di coloro che hanno scelto di farsi governare dal male. Questi ultimi sono i lupi in mezzo ai quali i discepoli staranno come agnelli, senza nessuna forma di difesa intesa come atto violento in risposta alla violenza. Nel momento in cui rispondessero con la forza a chi esercita la forza, impedirebbero al Regno di Dio di realizzarsi perché questo Regno coincide con l’instaurarsi della pace, del dialogo, della condivisione. Lo stile dei discepoli è la non violenza perché in tal modo riflettono l’immagine di quel Dio che è chiamato da Isaia Principe della pace. La non accoglienza da parte di chi ascolta il messaggio deve portare non all’indottrinamento forzato, come purtroppo è accaduto spesso nella storia cristiana, ma al rispetto per la coscienza altrui mentre ciò che può essere percepito come minaccia (scuotere la polvere contro qualcuno) è solo il gesto profetico che rivela ciò che accade a chi rifiuta la logica di Dio e del suo Regno: l’autodistruzione, come è accaduto a Sodoma dove gli ospiti, stranieri di passaggio, sono diventati oggetto di oppressione e violenza. È la logica perversa del riarmo e del rifiuto del dialogo che sta attraversando il nostro folle mondo, dove agli appelli ragionevoli alla pace e al dialogo si oppongono deliranti piani di riarmo, usando quello slogan perverso attribuito erroneamente agli antichi “se vuoi la pace preparati alla guerra”. La pace è una condizione fragile, ben rappresentata dall’immagine dell’agnello che va protetto dai lupi affamati di profitto a scapito del più elementare rispetto del diritto di ogni essere umano almeno all’esistenza. I nomi scritti nel cielo significano che Dio è dalla parte dei costruttori di pace che, nonostante ogni accusa di illusione, sanno che la non violenza del Regno di Dio è l’unica strada per permettere all’umanità di sopravvivere.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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