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05 Giugno 2023 - IL CAPITOLO DELLA PROVINCIA

“NOSTRA SIGNORA DELLA GUARDIA” FIGLIE DEL DIVINO ZELO

Anche oggi è stata una giornata intensa. Nella celebrazione eucaristica Padre Maria Josè Ezpeleta, rcj, ha commentato il Vangelo del giorno, e quindi la parabola del padrone e dei contadini della vigna, accostandolo alla pericope evangelica rogazionista. Dio prepara tutto, ma poi chiede la collaborazione dell'uomo e della donna. Emerge la sconfinata fiducia di Dio nell’umanità, nonostante le sue debolezze, fallimenti e tradimenti. Dio ci chiama a far parte della sua meravigliosa opera e missione: "pregate il Signore della messe", ma anche "andate, io vi mando". “Ogni Capitolo ha la stessa finalità: leggere i segni dei tempi, ascoltare le indicazioni del Padrone della messe, essere collaboratori della sua opera di salvezza, come docili strumenti della sua missione”. Dopo colazione da lettura del verbale ha riaperto i lavori capitolari. È seguito l'ascolto della relazione di padre Maria Josè dal tema: “Profezia della Vita Consacrata da vivere in sinodalità con i laici”. E ancora l'ascolto della testimonianza di due volontari Padif di Monza, i quali hanno espresso la gioia di aver trovato la loro missione lavorando con i bambini delle comunità educative. La mattinata si è, dunque, conclusa con un tempo di confronto e condivisione in assemblea. Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con la lettura della relazione economica da parte della consigliera di settore che ha evidenziato, innanzitutto, che il capitale primario dell’Istituto sono le persone da salvaguardare e valorizzare nella loro integrità e che attraverso l’economia passano scelte per la vita personale e comunitaria nelle quali deve trasparire la testimonianza evangelica.

Semi di Parola

XVII Domenica del tempo Ordinario (Gv 6,1-15)
La domanda che Gesù rivolge a Filippo sul dove si potrà trovare pane per tutti è domanda rivolta a ognuno di noi quando davanti alla sproporzione delle cose che ci accadono ci sentiamo interpellati: “E adesso dove troverai tutte le forze per affrontare questo?”. C’è sempre la presa di coscienza di una grande sproporzione che c’è tra le nostre forze e ciò che ci tocca vivere. Se ci pensiamo davvero, sperimentiamo lo stesso spaesamento che avrà provato il povero Filippo. Solo un miracolo può salvarci. E il miracolo accade. “Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: ‘C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?’”. Bisogna avere almeno l’umiltà di sapere quel poco che si ha. Se sappiamo fare solo l’elenco di ciò che ci manca rimaniamo schiacciati dal solo pensiero delle cose. Gesù moltiplica quei cinque pani e due pesci, ma moltiplica non crea. Moltiplicare cinque è cosa diversa dal moltiplicare zero. Nessuno di noi ha zero. Ha qualcosa, che non sarà certamente abbastanza. Lo metta però con fiducia davanti al Signore ed Egli farà il resto. L’errore è il pensare che il poco che noi abbiamo non conti nulla. In realtà non conta nulla quando rimane da solo, ma quando è consegnato a Lui non solo basta ma avanza. Non è magia, ma è il miracolo del possibile offerto con fiducia. Dovremmo diventare esperti nel fare questo tipo di miracoli, cioè nel fare ciò che ci è possibile fare senza pretendere da noi stessi l’impossibile. Quest’ultimo lasciamolo a Lui.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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