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06 Giugno 2023 - IL CAPITOLO DELLA PROVINCIA

“NOSTRA SIGNORA DELLA GUARDIA” FIGLIE DEL DIVINO ZELO

Nella giornata di oggi abbiamo celebrato la memoria del Padre Fondatore, Annibale Maria Di Francia, solennizzato la liturgia e invitato un nostro confratello rogazionista per celebrare l’eucaristia. Riunite in aula capitolare, siamo entrate nel vivo delle finalità del capitolo: fare proposte per il progetto triennale della Provincia Nostra Signora della Guardia. Dopo la lettura del verbale riferito alla giornata precedente, la Superiora Generale ha presentato il tema all'ordine del giorno e sciolto l'assemblea per dare inizio ai lavori di gruppo. Siamo, dunque, ritornate in aula per la lettura delle varie sintesi e per giungere a un testo unico. Alle 12:15 Padre Pasquale Albisinni ha celebrato la Santa Messa e, commentando il libro di Tobia, ci ha invitate a leggere, in questi giorni di comunione e di discernimento, ogni cosa con gli occhi di Dio. Il Signore ci ha convocate qui per mostrarci nuovi orizzonti e per darci la capacità di vedere meglio le cose. Invochiamo, quindi, dal Signore la grazia di vedere l'essenziale cioè la persona che ci sta davanti, una persona creata ad immagine di Dio, quell'immagine che non scompare mai e che dobbiamo restituire a Dio stesso. Nel pomeriggio abbiamo proseguito i lavori capitolari. La benedizione con la reliquia del nostro Fondatore ha concluso la preghiera dei vespri e l’adorazione eucaristica vocazionale nella cripta ha completato la giornata.

Semi di Parola

Esaltazione della Santa Croce - Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio (Gv 3,13-17).
In questa affermazione del vangelo di Giovanni c’è il succo della rivelazione cristiana. A che servono la bibbia, la tradizione, gli insegnamenti dei vari predicatori e tutte le riflessioni, fatte nella storia, sulla persona di Gesù e sul mistero del Dio trinitario? Solo a ricordare quest’unico concetto: l’amore infinito di Dio per le sue povere creature piene di contraddizioni e debolezze, capaci di fare tanto male ai propri simili e persino di distruggere per voracità e avidità la casa in cui abitano, cioè il nostro piccolo pianeta, quest’atomo opaco di male, come lo definì Giovanni Pascoli. È questa l’unica verità che pervade le Scritture sia in modo esplicito che figurato; tutto il resto è contorno. Tutto vince l’amore, diceva Virgilio e quest’amore ha il volto concreto di Gesù di Nazaret che è venuto ad annunciare Dio non solo e non tanto con le parole ma soprattutto con i suoi gesti di solidarietà e vicinanza agli ultimi, agli scarti della società del suo tempo e, attraverso coloro che ne hanno accolto il messaggio, agli scarti delle società di ogni tempo. Dio non ha inviato il Figlio a condannare ma a salvare: l’immagine che meglio può descrivere è quella del naufrago sballottato dalle onde che viene soccorso da chi ha non solo la possibilità di farlo ma il dovere, per la legge del mare (oggi così rimessa in discussione). Anche Dio ha sentito il dovere, non tanto verso di noi ma verso sé stesso, di salvarci dal non senso in cui continuamente ci immergiamo pensando di poter fare a meno di Lui e della sua legge d’amore. San Paolo intende così la giustizia di Dio: non quella di un giudice in tribunale che dall’alto del suo scranno emette sentenze, ma la fedeltà di Dio alla promessa fatta di benedire ogni popolo e ancor di più al soffio di vita che ha donato all’uomo a cui non è sufficiente la vita biologica fatta di cibo e riproduzione, come dice Tommaso d’Aquino, ma è necessaria la vita eterna, quella stessa di Dio di cui ognuno uomo, ci ricorda Agostino, ha nostalgia. Pensando a tutto il tempo speso da noi cristiani per fare i guardiani della morale pubblica e per proibire qualsiasi cosa a chi abbiamo pensato fuori dal gregge e vedendo invece che ciò che c’è da sapere su Dio e su noi è già tutto scritto e detto da duemila anni, fa capire il perché per molti il cristianesimo non dice più nulla: in realtà non parlando dell’amore di Dio, fole, indistruttibile, non ha niente da dire. L’uso distorto delle parole di Dio che sta avvenendo in questo tempo, un uso che produce vittime innumerevoli sia per le guerre che per l’emarginazione attuata da devoti crudeli, ci deve riportare alla consapevolezza che, se la croce di Gesù non è per tutti segno di speranza, non lo è per nessuno e chi crede di difenderla con crociate e crocifissioni in realtà sta bestemmiando l’amore di Dio.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo