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06 Giugno 2023 - IL CAPITOLO DELLA PROVINCIA

“NOSTRA SIGNORA DELLA GUARDIA” FIGLIE DEL DIVINO ZELO

Nella giornata di oggi abbiamo celebrato la memoria del Padre Fondatore, Annibale Maria Di Francia, solennizzato la liturgia e invitato un nostro confratello rogazionista per celebrare l’eucaristia. Riunite in aula capitolare, siamo entrate nel vivo delle finalità del capitolo: fare proposte per il progetto triennale della Provincia Nostra Signora della Guardia. Dopo la lettura del verbale riferito alla giornata precedente, la Superiora Generale ha presentato il tema all'ordine del giorno e sciolto l'assemblea per dare inizio ai lavori di gruppo. Siamo, dunque, ritornate in aula per la lettura delle varie sintesi e per giungere a un testo unico. Alle 12:15 Padre Pasquale Albisinni ha celebrato la Santa Messa e, commentando il libro di Tobia, ci ha invitate a leggere, in questi giorni di comunione e di discernimento, ogni cosa con gli occhi di Dio. Il Signore ci ha convocate qui per mostrarci nuovi orizzonti e per darci la capacità di vedere meglio le cose. Invochiamo, quindi, dal Signore la grazia di vedere l'essenziale cioè la persona che ci sta davanti, una persona creata ad immagine di Dio, quell'immagine che non scompare mai e che dobbiamo restituire a Dio stesso. Nel pomeriggio abbiamo proseguito i lavori capitolari. La benedizione con la reliquia del nostro Fondatore ha concluso la preghiera dei vespri e l’adorazione eucaristica vocazionale nella cripta ha completato la giornata.

Semi di Parola

III Domenica di Avvento – Anno A - Il più grande fra i nati di donna (Mt 11,2-11).
Gesù aveva grande ammirazione per Giovanni perché lo riteneva un uomo che non cedeva a compromessi con il potere. Se Giovanni si trovava in prigione è perché aveva criticato apertamente Erode e, se anche se Erode lo temeva e forse poteva essere manipolato dal suo carisma, Giovanni non ne ha approfittato ed ha preferito abitare piuttosto nel deserto e fuori dai palazzi che contano perché credeva nelle sue idee e non barattava il servizio a Dio con privilegi illusori. La grandezza di Giovanni emerge anche dalla sua crisi e dai suoi dubbi: non ha avuto paura né vergogna di chiedere a Gesù se era realmente la risposta a tutte le sue attese, la motivazione che ha condizionato la sua vita fino a metterlo ora in pericolo di morte. Gesù indirettamente lo conferma descrivendogli ciò che lui sta compiendo, quelle opere che sono segno dell’irruzione del Regno di Dio: la guarigione dei malati e la centralità dei poveri e degli ultimi. Forse Giovanni si aspettava dei segni più eclatanti, il rovesciamento radicale delle strutture di ingiustizia della società; tuttavia, già la storia di Israele prima di Cristo, con la lotta dei fratelli Maccabei con cui si era affermato un governo fatto in nome di Dio con dei re sacerdoti, aveva dimostrato che le buone intenzioni inziali avevano lasciato il posto ad una dinastia che si reggeva sulla violenza e il dispotismo, gli Asmonei, che avevano portato poi al potere Erode e i figli, che facevano anche peggio dei predecessori. L’unico modo per combattere e vincere la violenza, quindi, è non compierne altra; Gesù ha deciso di percorrere l’unica strada che può portare al cambiamento: il servizio e la cura delle membra sofferenti dell’umanità. È questa la vera rivoluzione che può salvare, non quella dell’uso della forza, anche se si pensa di difendere la giustizia e la dignità umana; e questo vale anche per tutte le rivoluzioni fatte in nome dei poveri che hanno causato solo lutti e istaurato regimi totalitari. Ecco perché il più piccolo del Regno di Dio è più grande di Giovanni: solo accettando la logica di Dio, che non si impone con la forza ma con l’amore si può creare un mondo nuovo. Il cinismo di chi vede solo il sopruso dei forti impedisce di vedere l’altra faccia della storia: è vero che il mondo è attraversato dalla violenza ma è altrettanto vero che tanti hanno fatto una scelta diversa e hanno impedito all’umanità di precipitare nel caos. Se si guarda a queste persone, i piccoli del regno di Dio, che nel linguaggio cristiano si chiamano santi ma che potremmo definire persone giuste, anche se non appartengono ad una religione specifica, ci possiamo accorgere che c’è ancora spazio per la speranza, come Gesù ha voluto far comprendere a Giovanni.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo