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Domenica 6 ottobre 2024 - Montepulciano

Professione Perpetua di Sr. M.Landorine Sekaseka Bayizere

Circondata da numerose consorelle arrivate da diverse Comunità e dalla Superiora Provinciale Madre M. Teolinda Salemi e il suo Consiglio, sr. M, Landorine ha emesso la su Professione Perpetua consacrandosi definitivamente al Signore nella npstra Congregazione di Figlie del Divino Zelo. La celebrazione si èsvolta nella Parrccchia di San Biagio presieduta dal Parroco don Domenico e dai concelebranti, tra cui il confratello Rogazionista, Padre Carmelo Capizzi. Presenti numerosi minori delle comunità educative di Firenze e Montepulciano e le mamme con i bambini ospiti a Montepulciano, parrocchiani, volontari. La giornata si è svolta in n clima di gioisa familiarità condividendo la celebrazione eucaristica e il pranzo. Benediciamo il Signore per il dono di sr. Landorine e continuiamo a domandare nella preghiera: Manda, Signore, apostoli santi nella tua Chiesa!

Semi di Parola

XVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Di una cosa sola c’è bisogno (Lc 10,38-42).
Come capita spesso con la bibbia, molti episodi o frasi vengono fraintese lungo la storia. Questo è uno dei brani evangelici interpretati peggio, in quanto usato per distinguere due modi di essere cristiani, due vocazioni: quella attiva, di chi rimane nel mondo, facendo i conti con i necessari compromessi, e quella contemplativa, la migliore tra le due, in quanto ci si dedica totalmente a ciò che i maestri spirituali chiamavano opus Dei. La traduzione italiana va in quella direzione, in quanto vuol far intendere che, in fondo, Marta fa del suo meglio per servire Gesù, come fanno del proprio meglio quelli che devono stare nella società per produrre beni che ritornano utili anche a coloro che invece si dedicano totalmente a Dio; ricordando, però, che chi è come Maria ha scelto la parte migliore tra le due, la vocazione che più avvicina a Dio. Niente di più fuorviante; nella lingua originale è scritto che Maria ha scelto la parte buona, l’unica positiva. In cosa consiste? Se si comprende bene il modo di dire del linguaggio antico, “essere seduti ai piedi” di qualcuno significa essere suo discepolo. Maria, infatti, dice il vangelo, ascoltava la parola stando ai piedi di Gesù. Un ascolto da intendere in senso forte come obbedienza, facendo di quella Parola il criterio delle proprie scelte. Marta no: per lei il criterio è la propria esaltazione nell’unico ruolo che era riconosciuto a quei tempi per la donna: quello domestico. Ma in quell’essere indaffarata di Marta c’è ogni attività umana non finalizzata alla costruzione del regno di Dio, ogni darsi da fare per costruire un monumento a sé stessi o per dominare gli altri. Maria, nell’intenzione dell’evangelista, ha compiuto un gesto rivoluzionario non perché non faceva nulla ma perché ha fatto qualcosa di inaudito per una cultura in cui la Parola o la Torah non poteva essere insegnata alle donne; un tempo in cui i maestri potevano avere solo discepoli uomini. Allo stesso tempo, l’ascolto della parola da parte di Maria ai piedi di Gesù è in realtà la metafora non di un’apatica e passiva contemplazione ma della vitalità di chi lotta per costruire il regno di Dio, impegnandosi per la giustizia sociale e la difesa della dignità umana.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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