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18 Ottobre - Roma

Anniversari di Professione religiosa nella Comunità di Roma

"... c’è un tempo per gioire, ringraziare, rallegrarsi" Noi della comunità di Roma abbiamo avuto delle ricorrenze particolari 50-esimo, 60-esimo e 70-esimo, non capitano tutti i giorni. Per tutte noi e per suor M. Dionisia Leanza, suor M. Teresa Longano e suor M. Angioletta Gizzi è stata davvero una bella giornata ricca di emozioni; il sentimento dominante è stato la gratitudine al Signore. Infatti la giornata è solennemente iniziata con la santa messa di ringraziamento preseduta da Mons. Giuseppe Leanza, fratello di sr. Dionisia, concelebrata da Padre F. Siciliano. Si sono incarnate visibilmente in noi le parole del salmo 132 "come è bello e gioioso, stare insieme come fratelli..." ed è proprio in occasioni come queste che una capisce di appartenere veramente ad una famiglia grande, per dono ricevuto. A questo proposito non si può fare a meno di citare la frase di padre Annibale riguardo alla vocazione che recita: "vedi che grazia non a tutti è data, la vocazione...". Ma la cosa più bella, sorprendente e impegnativa è stata la settimana che ha preceduto l’evento perché ci ha viste tutte impegnate Ed è così che siamo riuscite a vivere una bellissima giornata ricca di gioia e gratitudine insieme alle nostre sorelle, un giorno ricco di preghiera e la richiesta esplicita al Signore di continuare a benedire ed arricchire la chiesa di nuove vocazioni che siano per il mondo segno tangibile del suo amore, proprio come lo sono queste sorelle per noi.

Semi di Parola

XIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Come agnelli in mezzo a lupi (Lc 10,1-12.17-20).
L’invio dei discepoli da parte di Gesù ha uno scopo ben preciso: non tanto annunciare la venuta del Regno di Dio, quanto piuttosto dimostrare, attraverso la loro azione, che il Regno è già presente. Il Regno di Dio non è una sorta di istituzione di governo, ma l’azione di Dio in favore dell’umanità, soprattutto di quella parte che più soffre ingiustizia e violenza da parte di coloro che hanno scelto di farsi governare dal male. Questi ultimi sono i lupi in mezzo ai quali i discepoli staranno come agnelli, senza nessuna forma di difesa intesa come atto violento in risposta alla violenza. Nel momento in cui rispondessero con la forza a chi esercita la forza, impedirebbero al Regno di Dio di realizzarsi perché questo Regno coincide con l’instaurarsi della pace, del dialogo, della condivisione. Lo stile dei discepoli è la non violenza perché in tal modo riflettono l’immagine di quel Dio che è chiamato da Isaia Principe della pace. La non accoglienza da parte di chi ascolta il messaggio deve portare non all’indottrinamento forzato, come purtroppo è accaduto spesso nella storia cristiana, ma al rispetto per la coscienza altrui mentre ciò che può essere percepito come minaccia (scuotere la polvere contro qualcuno) è solo il gesto profetico che rivela ciò che accade a chi rifiuta la logica di Dio e del suo Regno: l’autodistruzione, come è accaduto a Sodoma dove gli ospiti, stranieri di passaggio, sono diventati oggetto di oppressione e violenza. È la logica perversa del riarmo e del rifiuto del dialogo che sta attraversando il nostro folle mondo, dove agli appelli ragionevoli alla pace e al dialogo si oppongono deliranti piani di riarmo, usando quello slogan perverso attribuito erroneamente agli antichi “se vuoi la pace preparati alla guerra”. La pace è una condizione fragile, ben rappresentata dall’immagine dell’agnello che va protetto dai lupi affamati di profitto a scapito del più elementare rispetto del diritto di ogni essere umano almeno all’esistenza. I nomi scritti nel cielo significano che Dio è dalla parte dei costruttori di pace che, nonostante ogni accusa di illusione, sanno che la non violenza del Regno di Dio è l’unica strada per permettere all’umanità di sopravvivere.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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