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15 Giugno - Oria

Festa di Fine Anno all’infanzia e al nido

Martedì 15 giugno e giovedì 17 si è svolta la festa di fine anno rispettivamente dell’Asilo Nido “Madre Nazarena Majone e della scuola dell’Infanzia Paritaria “Annibale Maria di Francia”. La nostra scuola, nel territorio Orietano, gode di notevole considerazione anche per le rappresentazioni teatrali che svolgiamo a conclusione di ogni anno scolastico. Quest’anno, però, dovendo ottemperare alle norme anti-contagio, abbiamo dovuto pensare a qualcosa di diverso. E’ così, che nella pineta della nostra struttura, abbiamo invitato, in giorni differenti, i genitori degli alunni dell’asilo nido e i genitori degli alunni dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia. I bambini hanno sfilato sulle note dell’inno nazionale, e dopo aver recitato pensieri di fine anno scolastico, abbiamo svolto la cerimonia di consegna di una medaglia e del diploma come simbolo della conclusione del primo percorso scolastico . I bambini hanno indossato una toga e un cappellino, preparato dal collegio docenti. Le famiglie, hanno mostrato entusiasmo e partecipazione, e dopo aver assistito alle performance dei nostri piccoli, hanno vissuto un momento di convivialità, durante il quale le famiglie hanno potuto interagire tra di loro e anche con il corpo docente presente. Ad allietare ancora di più le nostre serate, ci hanno pensato le mascotte di Minnie e Topolino. I bambini, tra stupore e curiosità, hanno vissuto momenti di gioia e tutti noi abbiamo viaggiato un po’ con la fantasia. Siamo orgogliose di accompagnare i “nostri” bambini nel loro percorso di crescita, perché siamo convinti che per essere una buona scuola non c’è bisogno di impartire solo nozioni didattiche, ma c’è bisogno soprattutto di formare il loro cuore. Un ringraziamento è stato rivolto da parte di Sr. Dolores a nome della Superiora per aver scelto la nostra scuola, un ringraziamento ai genitori abbiamo rivolto, alle famiglie per aver creduto nella nostra professionalità, per aver affidato i loro figli alle nostre cure e per essere stati , presenti alle iniziative proposte dalla nostra scuola. La coordinatrice didattico-educativa Dott.ssa Daniela Franco

Semi di Parola

XVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - La vita non dipende da ciò che si possiede (Lc 12,13-21)
C’è un sogno che ha sempre attraversato l’umanità e che è stato relegato per millenni nel mito (quello più antico mai scritto è l’epopea di Gilgamesh, quasi quattromila anni fa): la ricerca dell’immortalità. Generalmente essa era riservata a chi in cima alla scala sociale, come i faraoni che si illudevano di poterla ottenere dopo la morte. Solo chi era al vertice, infatti, poteva permettersi l’impegno di tante risorse per la costruzione di monumenti funebri con le istruzioni scritte per diventare un dio. Oggi, in tempi in cui gli dèi non abitano più i cieli, che sono invece diventati inconcepibili per la loro grandezza, non è venuto meno il sogno di essere immortali, sempre grazie al denaro: si spendono ingenti risorse, infatti, per cercare il modo di vincere la morte, sottraendole così all’uso per sollevare la condizione penosa di molta parte dell’umanità (molte altre risorse si destinano invece a produrre strumenti per uccidere popolazioni inermi). La parabola raccontata da Gesù, uno che ha lasciato le sue poche sicurezze per andare in giro a predicare speranza e a curare i poveri martoriati, assume un significato assoluto: l’uomo della parabola è oggi rappresentato da chi spende milioni per un matrimonio che forse non durerà neppure un lustro e altrettanti per uno sfizioso viaggio spaziale di dieci minuti e da tanti altri che usano le risorse, che potrebbero risollevare le sorti dell’intera umanità, per i propri interessi e capricci. La semplice verità è che chi smania per arrivare a campare il più possibile facendo il maggior male possibile è ancora soggetto alla morte che può arrivare da un momento all’altro. Un tempo molti esseri umani avevano compreso che il bene che facevano avrebbe permesso almeno di tramandare un ricordo di onore e gratitudine alle generazioni successive, unica forma di immortalità certa (visto che la vita eterna è oggetto di fede ma non può essere provata). Oggi, al di là del quarto d’ora di celebrità inseguito anche dai poveri illusi, cosa penseranno di noi le generazioni che verranno in seguito se non lo stesso male che oggi pensiamo di chi era acclamato da folle oceaniche, come i dittatori del XX secolo (sia di destra che di sinistra)? Gesù, dal suo particolare punto di vista, collocato tra gli ultimi del suo tempo, smaschera ancora oggi le illusioni di questi scrocconi privilegiati dell’umanità e mette in guardia ognuno di noi sull’illusorietà di una vita non spesa per combattere le miserie umane.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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