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Agosto 2022 - Oria

Centro Estivo

Il nostro Centro Estivo finisce qui. Ad assistere al nostro personale Cor-teo Storico, il Sindaco, le Associazioni che ci hanno fornito aiuto e ancora parenti ed amici con una grande festa finale e assegnazione del Palio. Grazie a voi tutti amici cari per il vostro gene-roso contributo e arrive-derci al prossimo anno! Cari Amici e Benefattori, vi mando queste belle foto per rendervi partecipi delle attività svolte dai nostri bambini nel nostro Centro Socio Educativo, durante i mesi estivi. Come ogni anno il Centro propone un programma estivo a tema per offrire ai bambini una nuova op-portunità di crescita, socializzazione e integrazione durante le vacanze scolastiche. Quest’anno il tema è storico-culturale: “Corteo storico di Federico II - Torneo dei Rioni”. L’idea nasce dalla considerazione che molti dei nostri bambini pur vivendo in una cittadina medievale non ne conoscono la storia, le tradizioni e le manifestazioni ad essa legate. Grazie all’aiuto della nostra equipe educativa e degli enti locali quali Associa-zione Turistica Proloco e varie associazioni locali si è potuto promuovere e valorizzare le tradizioni del nostro paese non solo tramite incontri educativi e informativi, ma anche e so-prattutto con attività manuali, ludiche, sportive, musicali e teatrali. Non potevano certo mancare anche delle belle giorna-te al mare sulle coste salentine e poi escursioni e tanto diverti-mento. Sperando di avervi fatto cosa gradita, vi saluto e vi au-guro giorni lieti in conclusione della stagione estiva. Grazie di cuore, il Signore vi benedica sempre!

Semi di Parola

IV Domenica di Pasqua – Anno C - Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27-30).
L’immagine che Gesù usa per parlare dei suoi reali ed eventuali discepoli deve essere capita nel contesto storico e culturale in cui viveva, altrimenti si rischia di far passare Gesù per un demagogo populista per il quale le masse sono solo un gregge di pecore senza cervello e bisognose di chi le comandi. Nei tempi antichi, quando possedere molte pecore era segno di ricchezza e prestigio, era normale che un re o un capo si paragonasse a un pastore, ritendo così il popolo come sua proprietà. L’essere pastore dava diritto di vita o di morte sul proprio gregge e non c’era nessun dubbio, da parte di chi era governato, sul fatto che altri dovessero decidere sulla propria sorte. Nel momento in cui Gesù usa questa metafora, che era perfettamente comprensibile da parte dei suoi uditori, ne capovolge radicalmente il senso: non sono le pecore a garantire il potere economico del pastore ma è il pastore a dare la vita alle pecore, anzi, addirittura a donare la vita per le pecore stesse. Mentre per un re i sudditi sono solo numeri che determinano l’effettiva forza nei confronti degli avversari, Gesù conosce i discepoli, ha con essi un rapporto personale e intimo. Per questo i discepoli ascoltano la voce di Gesù e lo seguono. La logica di Gesù è all’opposto di quella del mondo: parafrasando una famosa frase di Kennedy, non conta ciò che le pecore possono fare per il pastore ma ciò che il pastore fa per le pecore. In questo periodo si discute su come debba essere il papa. La risposta, che vale non solo per lui ma anche per ognuno che è chiamato ad una responsabilità verso altre persone (preti, genitori, educatori, politici e così via) sta in quello che Gesù dice e che vale in ogni tempo, anche oggi che non ci dovrebbero essere più sudditi ma cittadini, non più seguaci obbedienti ma comunità che fanno strada insieme (è il significato della parola sinodo!): il pastore conosce le pecore, chi guida sa chi sono quelli che deve accompagnare nella propria crescita umana e spirituale. Il vero dramma accade quando chi pensa di saper guidare proietta sugli altri i propri schemi mentali, le proprie convinzioni che assurgono a verità indiscutibili e non sa cogliere le domande vere che nascono da chi desidera vivere in pienezza e sogna la felici tà o, per dirla con Gesù, la gioia. Essere pastori nello stile di Gesù non significa tanto fare l’inventario di quante pecore si possiedono o dare loro direttive ma piuttosto impegnarsi ogni giorno perché non si perdano per la mancanza di senso e ogni pecora sia conosciuta e ascoltata realmente, perché ritenuta capace di scegliere per perseguire la propria realizzazione, senza sentirsi imporre da altri, che non conoscono la sua storia, le sue ferite e le sue speranze, ciò che deve o non deve fare.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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