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Ottobre e novembre a Palermo

Comunità in azione

9 OTTOBRE Nella mattinata vengono da Messina Sr. M. Aureliana Foti, Sr. M. Corinna Russo, Sr. M. Giovanna Arrabito per accompagnare Suor M. Caterina Berloco che è stata trasferita a Palermo al posto di Sr. M. Giuseppina Prinzi che dovrà raggiungere Genova dove è stata trasferita. Partecipano alla S. Messa dei ragazzi in cui i Catechisti, compresa Sr. M. Caterina, ricevono il mandato per quest’anno Pastorale 2022-2023. E’ un momento intenso di preghiera e testimonianza di adesione alla chiamata del Signore della messe e per la dedizione verso i più bisognosi di conoscere Gesù e il suo Vangelo. Si fa pranzo a casa nostra insieme a Don Ugo, si respira aria di fraternità, apertura, rispetto, gratitudine e condivisione. 11 OTTOBRE In serata dopo la S. Messa, nello spazio esterno adiacente alla chiesa di S. Maria delle Grazie i fedeli e i vari gruppi presenti nella parrocchia hanno organizzato una piccola festa di ringraziamento per sr. M. Giuseppina che all’indomani partirà per la sua nuova comunità di Genova. È stato un momento molto forte per i fedeli e per noi comunità religiosa che in questi quattro anni ha avuto cambiamenti di diverse consorelle. Rendiamo grazie a Dio per il dono di sr. M. Giuseppina che ha servito la comunità parrocchiale e religiosa, con tanta dedizione e preghiera, lasciando il segno dell’amore verso Dio e il prossimo, le auguriamo, dovunque lei vada, tante grazie e benedizioni. 22 OTTOBRE In serata sr. M. Nora e sr. M. Caterina, insieme al parroco don Ugo Di Marzo, partecipano alla Veglia Missionaria, nella parrocchia San Gaetano di Brancaccio dove ha operato il Beato Padre Pino Puglisi. È stata una bel momento di preghiera dove erano presenti diverse comunità di vita consacrata, diversi sacerdoti, diaconi, giovani e laici, provenienti da varie zone di Palermo, la veglia è stata presieduta dall’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice. 24 OTTOBRE Oggi sr. M Nora inizia il suo apostolato come volontariato, affiancando la maestra della scuola dell’infanzia statale A. Natoli di Roccella, due giorni a settimana. Rendiamo grazie al Signore per questa opportunità, di poter dare una mano nel piccolo, lasciando come segno la gioia e la bellezza della condivisione nell’opera educativa dell’Infanzia, come ci insegna il nostro amato padre Fondatore Annibale M. Di Francia e la nostra amata Ven. Madre Nazarena Majone. 25 OTTOBRE In serata sr. M. Nena, sr. M. Nora e sr. M. Caterina insieme a don Ugo Di Marzo e ad alcuni membri del coro della parrocchia S. Maria delle Grazie si recano alla sede regionale di Palermo di Radio Maria per la veglia di preghiera per il dono della Pace. 28 OTTOBRE In serata dopo cena, la comunità essendo membro dell’equipè del gruppo “Figli della Chiesa” partecipano all’incontro per le famiglie della zona di Roccella e paesi limitrofi, che si è svolto all’oratorio Madre Nazarena, appartenente alla parrocchia S. Maria delle Grazie di Roccella. Il tema svoltosi è “Relazione è parlare, ascoltare e amare.”, è stato un incontro molto interessante dove quasi tutte le coppie hanno interagito alle varie dinamiche, rendiamo grazie a Dio. 30 OTTOBRE In questa domenica, la parrocchia S. Maria delle Grazie di Roccella ha avuto la gioia di accogliere 23 giovani, di cui tre adulti, i quali hanno ricevuto il Sacramento della Cresima, preparati dalle nostre suore e da alcune catechiste. Il Sacramento della Cresima è stato istituito durante la S. Messa dei ragazzi, alla presenza di tutti i bambini, famiglie e gruppo scout, per così dare l’importanza a come sia bello essere cristiani, impegnandosi ad annunciare il proprio Credo in Dio a tutti, essendo 5 NOVEMBRE Oggi la comunità è in festa perché ha accolto a pranzo la Madre Teolinda e le consorelle del Santuario della Madonna della Guardia (ME), accompagnate dal confratello rcj p. Massimiliano Nobile, in tale occasione la comunità invita il parroco don Ugo a pranzo. Nel primo pomeriggio con le consorelle si è raggiunto la casa nativa del beato Padre Pino Puglisi dove è stato freddamente martirizzato nel giorno del suo compleanno fuori dal portone di casa; in questa “Casa Museo” sono presenti i cimeli, l’arredamento e vari cartelli foto e scritte che spiegano la vita del beato. Nella Casa Museo ci ha accolte con gioia la responsabile della suddetta, signorina Cecilia Lombardo che ha fatto da cicerone a riguardo. E prima che le consorelle rientrassero in sede a Fiumara Guardia (Me) hanno raggiunto il parroco don Ugo nella parrocchia S. Maria delle Grazie per salutarlo. È stata una bella giornata all’insegna della fraternità autentica, rendiamo grazie al Signore Divino Rogazionista.

Semi di Parola

IV Domenica di Pasqua – Anno C - Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27-30).
L’immagine che Gesù usa per parlare dei suoi reali ed eventuali discepoli deve essere capita nel contesto storico e culturale in cui viveva, altrimenti si rischia di far passare Gesù per un demagogo populista per il quale le masse sono solo un gregge di pecore senza cervello e bisognose di chi le comandi. Nei tempi antichi, quando possedere molte pecore era segno di ricchezza e prestigio, era normale che un re o un capo si paragonasse a un pastore, ritendo così il popolo come sua proprietà. L’essere pastore dava diritto di vita o di morte sul proprio gregge e non c’era nessun dubbio, da parte di chi era governato, sul fatto che altri dovessero decidere sulla propria sorte. Nel momento in cui Gesù usa questa metafora, che era perfettamente comprensibile da parte dei suoi uditori, ne capovolge radicalmente il senso: non sono le pecore a garantire il potere economico del pastore ma è il pastore a dare la vita alle pecore, anzi, addirittura a donare la vita per le pecore stesse. Mentre per un re i sudditi sono solo numeri che determinano l’effettiva forza nei confronti degli avversari, Gesù conosce i discepoli, ha con essi un rapporto personale e intimo. Per questo i discepoli ascoltano la voce di Gesù e lo seguono. La logica di Gesù è all’opposto di quella del mondo: parafrasando una famosa frase di Kennedy, non conta ciò che le pecore possono fare per il pastore ma ciò che il pastore fa per le pecore. In questo periodo si discute su come debba essere il papa. La risposta, che vale non solo per lui ma anche per ognuno che è chiamato ad una responsabilità verso altre persone (preti, genitori, educatori, politici e così via) sta in quello che Gesù dice e che vale in ogni tempo, anche oggi che non ci dovrebbero essere più sudditi ma cittadini, non più seguaci obbedienti ma comunità che fanno strada insieme (è il significato della parola sinodo!): il pastore conosce le pecore, chi guida sa chi sono quelli che deve accompagnare nella propria crescita umana e spirituale. Il vero dramma accade quando chi pensa di saper guidare proietta sugli altri i propri schemi mentali, le proprie convinzioni che assurgono a verità indiscutibili e non sa cogliere le domande vere che nascono da chi desidera vivere in pienezza e sogna la felici tà o, per dirla con Gesù, la gioia. Essere pastori nello stile di Gesù non significa tanto fare l’inventario di quante pecore si possiedono o dare loro direttive ma piuttosto impegnarsi ogni giorno perché non si perdano per la mancanza di senso e ogni pecora sia conosciuta e ascoltata realmente, perché ritenuta capace di scegliere per perseguire la propria realizzazione, senza sentirsi imporre da altri, che non conoscono la sua storia, le sue ferite e le sue speranze, ciò che deve o non deve fare.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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