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7-11 aprile 2025

CONSULTA DELLA PROVINCIA NSG

ITALIA - ALBANIA - RWANDA presso la Curia Generalizia - ROMA Questa mattina, martedì 8 aprile, dopo gli arrivi nella giornata di ieri 7 aprile, presso la Curia Generalizia è stata avviata la Consulta della Provincia Nostra Signora della Guardia. Circa 35 sono i membri presenti (le Superiore delle Comunità dell' Italia, le rappresentanti dei vari servizi presenti nelle comuità) e in collegamento le Siperiore e le consorelle del Rwanda. Nella mattinata, dopo il saluto della Superiora Generale - Madre Eli Milanez - e l' introduzione da parrte della Superiora Provinciale, Madre Teolinda Salemi, l' Assemblea ha vissuto il momento della Lectio Divina guidata da Suor Francesca Balocco della Congregazione delle suore di Santa Dorotea della Frassinetti con una riflessione sul brano di 1Cor 12,4-31 e Rm 12,1-21 seguito da un tempo di riflessione personale e concluso con una condivisione in assemblea. Il nostro grazie a sr Francesca per gli stimoli offerti in apertura di assemblea che sicuramente ci hanno aiutate a immergerci in un clima di consapevolezza del dono che ciascuna è per l'altra/o e dicui dobbiamo sempre rendere grazie al Signore per continuare a camminare insieme nella speranza.

Semi di Parola

SS. Pietro e Paolo - Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Mt 16,13-19).
Molto prima che fosse scritto il vangelo di Matteo, già Paolo scriveva in una delle sue lettere: “Nessuno può dire: Gesù è il Signore! Se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1 Cor 12,3), come Gesù ha detto a Pietro al quale né la carne né il sangue (cioè, nessun uomo, in linguaggio biblico) hanno rivelato che Gesù è il Figlio di Dio, ma è dato da Dio stesso. Ma, subito dopo la sua definizione di Gesù, Pietro torna a pensare in modo troppo umano, di fronte all’annuncio che Gesù fa della sua passione e morte per opera dei capi del popolo che lo odiano e lo rimprovera perché non può accettare che il suo capo faccia una fine vergognosa, anche perché lui ha investito molto in termini di scalata sociale sulla speranza che Gesù possa guidare una rivolta contro i romani. Anche quando sarà ormai il capo della comunità, per la quale sarà considerato una roccia (il significato del soprannome “Pietro”), tornerà a fare calcoli umani di convenienza quando rifiuta di condividere la mensa con i non ebrei ad Antiochia. Contro di lui si scaglia proprio Paolo il quale, a differenza di Pietro, dopo aver incontrato il Signore, ha mantenuto una coerenza incrollabile e non ha avuto timore a rimproverare persino Pietro, indicato da Gesù come custode della comunità. Eppure, questi due personaggi, dal carattere così diverso, sono onorati insieme nella storia cristiana, non solo perché entrambi sono morti martiri a Roma più o meno negli stessi anni, ma perché la comunità cristiana, saggiamente, ha voluto tenere insieme i due modi di essere discepoli: quello della coerenza assoluta e quello dell’incostanza nella propria adesione a Cristo. Forse non è un caso, anzi è forse uno scherzo della provvidenza che, come capo della chiesa, è stato individuato uno più simile alla stragrande maggioranza dell’umanità che fatica non solo a credere, spesso, ma anche a vivere in modo coerente con ciò in cui crede. Paolo è posto a fianco di Pietro per ricordarci il cuore della fede cristiana che non consiste nell’applicazione meccanica di regole e comportamenti, ma piuttosto nell’adesione all’unica cosa necessaria: che Dio ci ha salvati gratuitamente e per un amore manifestato nel dono di sé che Gesù ha fatto; ma allo stesso tempo Dio non si vergogna, in ogni tempo, di essere testimoniato da persone che zoppicano nella fede e nell’etica ma non pregiudicano l’integrità del vangelo perché è garantita dalla presenza attiva di Dio e del suo Spirito che guida la chiesa.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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