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1 giugno

SOLENNITA' DI SANT’ANNIBALE MARIA DI FRANCIA

SANT’ANNIBALE MARIA DI FRANCIA SACERDOTE E FONDATORE Solennità Nato a Messina (1851-1927) fu ordinato sacerdote il 16 marzo 1878. Si dedicò alla redenzione morale e spirituale del Quartiere Avignone e fondò gli Orfanotrofi Antoniani femminili e maschili (1882-1883) e le Congregazioni religiose delle Figlie del Divino Zelo (19 marzo 1887) e dei Rogazionisti del Cuore di Gesù (16 maggio 1897). Intuì fin dall’adolescenza la necessità della preghiera per le vocazioni e si prodigò in tutti i modi per la diffusione del divino comando di Gesù: La messe è molta, ma gli operai sono pochi: Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe (Mt, 9, 37-38; Lc 10, 2). È riconosciuto come vero padre degli orfani e dei poveri ed autentico anticipatore e zelante maestro della moderna pastorale vocazionale. ORAZIONE O Dio, speranza degli umili, rifugio dei poveri e padre degli orfani, che hai voluto scegliere sant’Annibale Maria, sacerdote, come insigne apostolo della preghiera per le vocazioni, per sua intercessione, manda nella tua messe degni operai del Vangelo, e fa’ che mossi dal suo stesso spirito di carità cresciamo nell’amore verso te e verso il prossimo. Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Semi di Parola

XVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Padre, venga il tuo regno (Lc 11,1-13).
Nel vangelo di Luca la venuta del Regno di Dio è collegata col dono dello Spirito che si realizzerà a Pentecoste. Qual è l’effetto della discesa dello Spirito? Il vangelo è annunciato a tutti i popoli e la comunità radunata nel nome di Gesù vive la comunione dei beni, in modo tale che, come dice il racconto degli Atti, nessuno considera proprio ciò che gli appartiene. Per questo motivo, nel confronto tra i padri umani, cattivi per quell’egoismo innato che è il vero peccato dell’umanità, e il Padre celeste, i doni sono da un lato il cibo materiale, dall’altro lo Spirito che è quella legge scritta nei cuori di cui parlava Geremia e che porta l’uomo, quando si apre alla sua azione, a vivere secondo il cuore di Dio. Invocare la venuta del Regno di Dio, non indica un atteggiamento passivo ma riorienta il proprio impegno in questo mondo a partire da Dio. Tuttavia, il partire da Dio deve essere spiegato, in quanto molto spesso gli uomini dicono di agire in nome di Dio e uccidono i propri simili o li sottomettono. Ecco perché la preghiera rivolta al Padre contiene una serie di affermazioni che illuminano il significato della venuta del regno: saper condividere il pane che non può essere quindi il possesso privilegiato di qualcuno (nel pane sono significate le risorse della terra ma anche i valori di libertà e dignità, altrettanto necessari non solo per vivere ma per vivere bene) e intessere relazioni non basate sulla legge del più forte o della reazione violenta, ma sul perdono reciproco, unica strada per evitare di cadere nel caos di una guerra universale dalla quale nessuno può uscire vincitore; oggi più che mai, avendo inventato armi che possono distruggere completamente la vita sulla terra. Gesù nel ricordare che noi uomini, pur essendo inclini al male e alla violenza, sappiamo prenderci cura almeno di qualcuno, vuole valorizzare quel seme di bene che, nonostante tutto, ciascuno porta nel cuore, in quanto immagine di Dio. In un tempo così buio perché ci sono nazioni che distruggono popoli inermi con la pretesa di essere gli unici eletti, le parole di Gesù ci dicono che Dio, nonostante tutto, continua a credere nell’uomo, sperando che anche noi possiamo continuare a crederci.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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