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Casa di PLLANE – Albania

Mesi di Luglio – Agosto 2025

Primo luglio, come ogni anno questo è un appuntamento che vede tutta la Famiglia del Rogare, presente nei cinque continenti, riuniti attorno a Gesù Sacramentato, per fare memoria della Sua Prima venuta nel lontano 1886 nel Quartiere Avignone. E’ un tributo annuale che offre a tutti noi l’opportunità di lodarlo e ringraziarlo. In questo anno santo giubilare, come “Pellegrini di Speranza”, siamo ‘immersi in un tempo di grazia, di perdono, di conversione e restaurazione della fede per approfondire il rapporto con Dio nella carità e nella misericordia verso i fratelli ‘. 8–12 Luglio – Per la prima volta la nostra parrocchia organizza un campo estivo di una settimana nei nostri locali per i ragazzi dai 6 ai 14 anni provenienti dai villaggi di Zejmen, Pllane e Spiten; vi partecipano dai 40 ai 45 ragazzi. Il parroco, don Vitor, affida la coordinazione a Sr Recila e l’animazione dei giochi a Lumja, Danise e Davida da Spiten, Ada da Zejmen. Il parroco, tutte le mattine alle ore 8,30, apre l’incontro con un breve commento al vangelo del giorno e una preghiera finale; poi seguono i giochi organizzati per il gruppo dei grandi e quello dei più piccoli. Alle 10 una piccola pausa merenda per tutti e poi si riprendono i giochi fino a mezzogiorno, ora di uscita. Don Vitor ha disposto un pullmino per prendere e riaccompagnare tutti i ragazzi e le animatrici dei tre villaggi. È stata una esperienza positiva che ha visto ragazzi che non si conoscevano prima a relazionarsi tra loro con amicizia e allegria. 28 luglio - 3 agosto 2025 – Giubileo della Gioventù - 4 giovani della nostra Scuola Effata di Pllane-Albania: due giovani insegnanti e due ex alunni, partono per Roma per partecipare al Giubileo dei Giovani ROG, li accompagna Sr Lindita. È stato un evento che ha lasciato un segno profondo nei partecipanti, come testimoniano le loro esperienze e i loro racconti. I giovani hanno condiviso momenti di gioia, riflessione e crescita personale, trovando nel Giubileo un’occasione per rafforzare la fede, creare legami e scoprire nuove prospettive.

Semi di Parola

Esaltazione della Santa Croce - Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio (Gv 3,13-17).
In questa affermazione del vangelo di Giovanni c’è il succo della rivelazione cristiana. A che servono la bibbia, la tradizione, gli insegnamenti dei vari predicatori e tutte le riflessioni, fatte nella storia, sulla persona di Gesù e sul mistero del Dio trinitario? Solo a ricordare quest’unico concetto: l’amore infinito di Dio per le sue povere creature piene di contraddizioni e debolezze, capaci di fare tanto male ai propri simili e persino di distruggere per voracità e avidità la casa in cui abitano, cioè il nostro piccolo pianeta, quest’atomo opaco di male, come lo definì Giovanni Pascoli. È questa l’unica verità che pervade le Scritture sia in modo esplicito che figurato; tutto il resto è contorno. Tutto vince l’amore, diceva Virgilio e quest’amore ha il volto concreto di Gesù di Nazaret che è venuto ad annunciare Dio non solo e non tanto con le parole ma soprattutto con i suoi gesti di solidarietà e vicinanza agli ultimi, agli scarti della società del suo tempo e, attraverso coloro che ne hanno accolto il messaggio, agli scarti delle società di ogni tempo. Dio non ha inviato il Figlio a condannare ma a salvare: l’immagine che meglio può descrivere è quella del naufrago sballottato dalle onde che viene soccorso da chi ha non solo la possibilità di farlo ma il dovere, per la legge del mare (oggi così rimessa in discussione). Anche Dio ha sentito il dovere, non tanto verso di noi ma verso sé stesso, di salvarci dal non senso in cui continuamente ci immergiamo pensando di poter fare a meno di Lui e della sua legge d’amore. San Paolo intende così la giustizia di Dio: non quella di un giudice in tribunale che dall’alto del suo scranno emette sentenze, ma la fedeltà di Dio alla promessa fatta di benedire ogni popolo e ancor di più al soffio di vita che ha donato all’uomo a cui non è sufficiente la vita biologica fatta di cibo e riproduzione, come dice Tommaso d’Aquino, ma è necessaria la vita eterna, quella stessa di Dio di cui ognuno uomo, ci ricorda Agostino, ha nostalgia. Pensando a tutto il tempo speso da noi cristiani per fare i guardiani della morale pubblica e per proibire qualsiasi cosa a chi abbiamo pensato fuori dal gregge e vedendo invece che ciò che c’è da sapere su Dio e su noi è già tutto scritto e detto da duemila anni, fa capire il perché per molti il cristianesimo non dice più nulla: in realtà non parlando dell’amore di Dio, fole, indistruttibile, non ha niente da dire. L’uso distorto delle parole di Dio che sta avvenendo in questo tempo, un uso che produce vittime innumerevoli sia per le guerre che per l’emarginazione attuata da devoti crudeli, ci deve riportare alla consapevolezza che, se la croce di Gesù non è per tutti segno di speranza, non lo è per nessuno e chi crede di difenderla con crociate e crocifissioni in realtà sta bestemmiando l’amore di Dio.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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