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8 Settembre

Palermo

25° di Professione Religiosa di Sr M. Caterina Berloco: con Maria nella fedeltà Nella cornice festosa dell’8 settembre, giorno della Natività della Vergine Maria, la comunità parrocchiale di Maria delle Grazie a Palermo Roccella ha vissuto un momento di profonda gratitudine e gioia: Sr. Caterina Berloco, Figlia del Divino Zelo, ha celebrato il 25° anniversario della sua Professione Religiosa, rinnovando il suo “sì” al Signore con la stessa intensità e amore di quel primo giorno. La celebrazione è stata preceduta da un Triduo Vocazionale, proposto ai vari gruppi della Parrocchia e animato con passione da Padre Pietro Ruggeri, rogazionista, che ha saputo risvegliare nei cuori il desiderio di ascoltare la voce di Dio e rispondere con generosità. Il culmine della festa è stato raggiunto durante la Santa Messa del 25°, presieduta dallo stesso Padre Pietro insieme al Parroco Don Ugo Di Marzo, in un clima di intensa preghiera, fraternità e riconoscenza. La comunità ha circondato Sr. Caterina con affetto, testimoniando quanto la sua presenza sia stata, in questi anni, segno di luce, servizio e fedeltà. Auguri di buona perseveranza a Sr. Caterina, perché il suo cammino continui ad essere fecondo, radicato nel carisma del Rogate e sempre accompagnato dalla tenerezza di Maria, Madre della Vocazione. Che il suo esempio possa ispirare nuove risposte d’amore e consacrazione nella Chiesa.

Semi di Parola

IV Domenica di Avvento – Anno A - Giuseppe era uomo giusto (Mt 1,18-24).
Il dramma di Giuseppe è quello di trovarsi di fronte ad una situazione non solo inattesa ma anche al di fuori dei parametri sociali di riferimento. Quest’uomo viene a conoscenza che la futura moglie aspetta un bambino che non è suo. La sua coscienza e la volontà di obbedire alla legge di Dio di cui è un osservante scrupoloso (questo è il senso del termine “giusto”) lo obbligano a non accogliere più Maria nella sua casa perché adultera. Il suo senso di giustizia però è temperato dalla misericordia; forse capisce che spesso le donne sono a loro volta vittime della violenza di altri uomini e sa che Maria non farebbe mai un atto contrario alla legge di Dio. Ecco perché anziché denunciarla pubblicamente per adulterio, sceglie di assolvere all’obbligo che gli impone la legge di Mosè nascondendo la vera causa del ripudio. Tuttavia, si apre una possibilità del tutto nuova che può comprendere fidandosi di Dio ma anche di Maria; Giuseppe vede non l’atto ma la persona e le dà la possibilità di dimostrare che lei è lo strumento dell’agire imprevedibile di Dio. L’esempio di Giuseppe, che fa una scelta fuori dagli schemi della società in cui vive, solo fidandosi di un sogno, diventa per noi l’emblema del coraggio di percorrere strade nuove, di non aver paura di rimettere in discussione anche i principi sacrosanti che ci sono stati imposti come volontà di Dio. Quante strutture e modi di pensare, rimasti invariati per secoli, oggi sono messi in crisi dal cambiamento epocale della cultura umana! Alcuni costumi e regole sono stati pensati e codificati quando l’umanità conosceva solo i governi assoluti che si volevano fondati sul diritto divino; anche la subordinazione femminile o di alcuni strati sociali e categorie di persone erano dati per immutabili. Voler continuare oggi a difendere alcune forme di espressione ecclesiale in nome della tradizione quando tutto ormai è cambiato nella percezione umana, perché il mondo è diventato infinito grazie alle scoperte scientifiche e non è più una sfera o una zattera sotto una campana di vetro, come quando sono state codificate certe norme, significa aver paura, in fondo, di accogliere l’imprevedibilità di Dio. Questo racconto ci dice che, se Giuseppe avesse continuato a pensare solo con gli schemi anche sacrosanti che gli imponeva la tradizione, la storia dell’incarnazione di Dio non sarebbe stata la stessa. Solo il coraggio di fare scelte inconsuete può farci collaborare con Dio a cambiare la storia.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo