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8 Settembre

Palermo

25° di Professione Religiosa di Sr M. Caterina Berloco: con Maria nella fedeltà Nella cornice festosa dell’8 settembre, giorno della Natività della Vergine Maria, la comunità parrocchiale di Maria delle Grazie a Palermo Roccella ha vissuto un momento di profonda gratitudine e gioia: Sr. Caterina Berloco, Figlia del Divino Zelo, ha celebrato il 25° anniversario della sua Professione Religiosa, rinnovando il suo “sì” al Signore con la stessa intensità e amore di quel primo giorno. La celebrazione è stata preceduta da un Triduo Vocazionale, proposto ai vari gruppi della Parrocchia e animato con passione da Padre Pietro Ruggeri, rogazionista, che ha saputo risvegliare nei cuori il desiderio di ascoltare la voce di Dio e rispondere con generosità. Il culmine della festa è stato raggiunto durante la Santa Messa del 25°, presieduta dallo stesso Padre Pietro insieme al Parroco Don Ugo Di Marzo, in un clima di intensa preghiera, fraternità e riconoscenza. La comunità ha circondato Sr. Caterina con affetto, testimoniando quanto la sua presenza sia stata, in questi anni, segno di luce, servizio e fedeltà. Auguri di buona perseveranza a Sr. Caterina, perché il suo cammino continui ad essere fecondo, radicato nel carisma del Rogate e sempre accompagnato dalla tenerezza di Maria, Madre della Vocazione. Che il suo esempio possa ispirare nuove risposte d’amore e consacrazione nella Chiesa.

Semi di Parola

Esaltazione della Santa Croce - Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio (Gv 3,13-17).
In questa affermazione del vangelo di Giovanni c’è il succo della rivelazione cristiana. A che servono la bibbia, la tradizione, gli insegnamenti dei vari predicatori e tutte le riflessioni, fatte nella storia, sulla persona di Gesù e sul mistero del Dio trinitario? Solo a ricordare quest’unico concetto: l’amore infinito di Dio per le sue povere creature piene di contraddizioni e debolezze, capaci di fare tanto male ai propri simili e persino di distruggere per voracità e avidità la casa in cui abitano, cioè il nostro piccolo pianeta, quest’atomo opaco di male, come lo definì Giovanni Pascoli. È questa l’unica verità che pervade le Scritture sia in modo esplicito che figurato; tutto il resto è contorno. Tutto vince l’amore, diceva Virgilio e quest’amore ha il volto concreto di Gesù di Nazaret che è venuto ad annunciare Dio non solo e non tanto con le parole ma soprattutto con i suoi gesti di solidarietà e vicinanza agli ultimi, agli scarti della società del suo tempo e, attraverso coloro che ne hanno accolto il messaggio, agli scarti delle società di ogni tempo. Dio non ha inviato il Figlio a condannare ma a salvare: l’immagine che meglio può descrivere è quella del naufrago sballottato dalle onde che viene soccorso da chi ha non solo la possibilità di farlo ma il dovere, per la legge del mare (oggi così rimessa in discussione). Anche Dio ha sentito il dovere, non tanto verso di noi ma verso sé stesso, di salvarci dal non senso in cui continuamente ci immergiamo pensando di poter fare a meno di Lui e della sua legge d’amore. San Paolo intende così la giustizia di Dio: non quella di un giudice in tribunale che dall’alto del suo scranno emette sentenze, ma la fedeltà di Dio alla promessa fatta di benedire ogni popolo e ancor di più al soffio di vita che ha donato all’uomo a cui non è sufficiente la vita biologica fatta di cibo e riproduzione, come dice Tommaso d’Aquino, ma è necessaria la vita eterna, quella stessa di Dio di cui ognuno uomo, ci ricorda Agostino, ha nostalgia. Pensando a tutto il tempo speso da noi cristiani per fare i guardiani della morale pubblica e per proibire qualsiasi cosa a chi abbiamo pensato fuori dal gregge e vedendo invece che ciò che c’è da sapere su Dio e su noi è già tutto scritto e detto da duemila anni, fa capire il perché per molti il cristianesimo non dice più nulla: in realtà non parlando dell’amore di Dio, fole, indistruttibile, non ha niente da dire. L’uso distorto delle parole di Dio che sta avvenendo in questo tempo, un uso che produce vittime innumerevoli sia per le guerre che per l’emarginazione attuata da devoti crudeli, ci deve riportare alla consapevolezza che, se la croce di Gesù non è per tutti segno di speranza, non lo è per nessuno e chi crede di difenderla con crociate e crocifissioni in realtà sta bestemmiando l’amore di Dio.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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