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Casavatore (NA)

Commemorazione 60°della missione delle Figlie del Divino Zelo

Cantate al Signore un canto nuovo, la sua lode nell’assemblea dei fedeli (Sl, 149) con le parola di questo salmo vogliamo commemorare il 60° della missione delle FDZ nella città di Casavatore con la celebrazione eucaristica, per ringraziare e lodare il Signore per tutti i benefici elargitici lungo il tempo, e quanti ci hanno collaborato lungo il cammino. Presiede la celebrazione il Vescovo Giuseppe Sciacca, segretario Supremo del tribunale della Segnatura apostolica, insieme a padre Nunzio D’Elia cappellano della cappella del tesoro di San Gennaro ed al nostro parroco Don Carmine Caponetto e altri presbiteri. Presenti anche il sindaco Luigi Maglione, il vicesindaco Giulia Marotta e consiglieri comunali, Madre M. Licia Capizzi, vicaria della Provincia NSG. A seguire una mostra fotografica preparata da Elisa Puzone, Mirco Della Rossa e Simona Puzone dove erano illustrati i sessanta anni di lavoro che con zelo le suore dell’istituto svolgono per bambini e orfanelli ma anche per i più deboli. La nostra presenza è dovuta alla donazione dello stabile all’Istituto delle FDZ, da parte della nobile signora Maria delle Cave ved. Iavarone Tommaso, col consenso di tutti i suoi figli, perché era suo ardente desiderio che questo fabbricato fosse destinato ad opere di bene Il sindaco e la popolazione si resero subito disponibili alle necessità, anche economiche, della nuova comunità religiosa. Il 28 ottobre venne accolta la prima orfana di Casavatore, Rosetta Ferrara di anni tre, alla quale man mano se ne aggiunsero molte altre anche dai dintorni. Attualmente in questa casa, grazie sempre alla costante generosità finanziaria da parte dei benefattori e all’aiuto della Provvidenza, vi sono due comunità educative, con rispettiva équipe educativa. In vero le FDZ di Casavatore sono state sempre presente e aperte ai bisogni del territorio e alle esigenze pastorali della parrocchia, dando oltre alla collaborazione catechetica e l’animazione liturgica, anche mettendo a disposizione locali per incontri, ritiri spirituali, catechesi e celebrazione eucaristica. Altre realtà di gruppi e associazioni dei dintorni usufruiscono attualmente della stessa disponibilità. Anche il soccorso ai poveri che si presentano alla nostra porta è stato curato con un’attenzione costante. Già da molti anni essi vengono provveduti mensilmente di viveri grazie agli alimenti che preleviamo dal Banco Alimentare della Comunità Europea. Di tutto questo movimento di vita oggi vogliamo lodare e ringraziare il Signore, con la speranza di poter continuare la missione a favore dei piccoli, dei poveri, di chi è svantaggiato nelle condizioni familiari.

Semi di Parola

IV Domenica di Avvento – Anno A - Giuseppe era uomo giusto (Mt 1,18-24).
Il dramma di Giuseppe è quello di trovarsi di fronte ad una situazione non solo inattesa ma anche al di fuori dei parametri sociali di riferimento. Quest’uomo viene a conoscenza che la futura moglie aspetta un bambino che non è suo. La sua coscienza e la volontà di obbedire alla legge di Dio di cui è un osservante scrupoloso (questo è il senso del termine “giusto”) lo obbligano a non accogliere più Maria nella sua casa perché adultera. Il suo senso di giustizia però è temperato dalla misericordia; forse capisce che spesso le donne sono a loro volta vittime della violenza di altri uomini e sa che Maria non farebbe mai un atto contrario alla legge di Dio. Ecco perché anziché denunciarla pubblicamente per adulterio, sceglie di assolvere all’obbligo che gli impone la legge di Mosè nascondendo la vera causa del ripudio. Tuttavia, si apre una possibilità del tutto nuova che può comprendere fidandosi di Dio ma anche di Maria; Giuseppe vede non l’atto ma la persona e le dà la possibilità di dimostrare che lei è lo strumento dell’agire imprevedibile di Dio. L’esempio di Giuseppe, che fa una scelta fuori dagli schemi della società in cui vive, solo fidandosi di un sogno, diventa per noi l’emblema del coraggio di percorrere strade nuove, di non aver paura di rimettere in discussione anche i principi sacrosanti che ci sono stati imposti come volontà di Dio. Quante strutture e modi di pensare, rimasti invariati per secoli, oggi sono messi in crisi dal cambiamento epocale della cultura umana! Alcuni costumi e regole sono stati pensati e codificati quando l’umanità conosceva solo i governi assoluti che si volevano fondati sul diritto divino; anche la subordinazione femminile o di alcuni strati sociali e categorie di persone erano dati per immutabili. Voler continuare oggi a difendere alcune forme di espressione ecclesiale in nome della tradizione quando tutto ormai è cambiato nella percezione umana, perché il mondo è diventato infinito grazie alle scoperte scientifiche e non è più una sfera o una zattera sotto una campana di vetro, come quando sono state codificate certe norme, significa aver paura, in fondo, di accogliere l’imprevedibilità di Dio. Questo racconto ci dice che, se Giuseppe avesse continuato a pensare solo con gli schemi anche sacrosanti che gli imponeva la tradizione, la storia dell’incarnazione di Dio non sarebbe stata la stessa. Solo il coraggio di fare scelte inconsuete può farci collaborare con Dio a cambiare la storia.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo