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Lo dicono i bambini:

a Casavatore andrà tutto bene

#restaacasa. Lo slogan che ormai ci accompagna da più di un mese e che in sé racchiude così tanti sentimenti che me lo immaginerei come una diga in piena che sta per strabordare. Ma per i nostri bambini RESTA A CASA cosa significa? RESTA…la parola ed azione che ognuno di loro preferirebbe quando incontrano, desiderano o purtroppo sognano mamma e papà! CASA… non sanno rispondere, sono confusi, oppure danno una propria interpretazione all’idea di casa calda ed accogliente con i genitori che ti accarezzano e ti dicono stringendoti forte #ANDRATUTTOBENE! E QUINDI PERCHE NEGARGLIELO?! Siamo tutti uguali, figli di Dio ed aventi gli stessi diritti! Quindi noi dell’Istituto Figlie del Divino Zelo di Casavatore ci siamo impegnati ancora una volta con tutte le nostre energie positive, per far sì che questo periodo per i nostri bambini trascorra come una serie di momenti felici nella “famiglia” che per il momento è stata scelta per loro. Una giornata all’insegna dell’informazione per sconfiggere l’animaletto “CORONA”, seguendo le regole e dimostrando quanta forza l’essere umano può trasmettere partendo da un gesto sociale ed unendoci a tutti gli altri. Un lenzuolo grandissimo con disegnati i visi dei nostri bambini, un enorme arcobaleno creato con le loro mani colorate di gioia ed ingenuità accompagnate dai tratti rosei del viso della Madonna, Madre di tutti che ci accompagna lungo il nostro cammino. Tempere, pastelli, urla, gioia, giochi, scherzi, questi sono i nostri piccoli…uomini e donne del futuro che noi dell’Istituto ci impegniamo a formare trasmettendo i valori che un giorno potranno aiutarli a garantirsi un futuro migliore! Siamo sicuri che ne usciremo più forti ed uniti di prima. Educatrice professionale Daiana Marotta

Semi di Parola

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Molti verranno nel mio nome dicendo: sono io (Lc 21,5-19).
La storia umana è piena di eventi violenti o catastrofici: anche oggi, finita l’illusione di aver ripudiato guerre e violenza, persino quegli stati che si presentavano come baluardi di democrazia e diritto, riaffermano sfacciatamente la possibilità della guerra, dell’aggressione verso i deboli, e fanno capire che il più forte comanda; anzi, è addirittura benedetto da Dio. Quando Gesù descrisse ciò che sarebbe accaduto, stava dicendo ai discepoli come comportarsi di fronte ad ogni potere che pretende di essere dio o di rappresentarlo in terra, come è accaduto con la cristianizzazione dell’impero e come accade fino ad oggi quando ci sono persone o gruppi che si presentano come salvatori: lo abbiamo visto con i regimi di destra e di sinistra del XX secolo, ma anche oggi torna la tentazione di voler dominare l’umanità, anche attraverso la tecnologia che controlla e indirizza le nostre vite e le nostre scelte. Gesù mette ancora in guardia nel non seguire le sirene di questi produttori di miracoli elargiti a patto di consegnare sé stessi al sistema, ma di resistere anche pagando di persona. Chi si impegna per i più deboli o per la difesa dei diritti umani, come anche chi, con domande e inchieste, disturba il manovratore, spesso è perseguitato e calunniato. Gesù, tuttavia, dice ai discepoli di essere perseveranti e di non temere come non ha temuto Lui di fronte ai poteri forti. Molti, a differenza sua, hanno preferito pensare a salvare sé stessi e ciò accade anche oggi se pensiamo all’indifferenza con cui spesso sentiamo notizie sull’uso della forza o le bugie che ci vengono raccontate, illudendoci di non essere colpiti. Ma se Gesù avesse preferito pensare al suo piccolo mondo di Nazaret che cosa sarebbe accaduto all’umanità? Pur essendo un emarginato nella società del tempo con il suo coraggio ha cambiato realmente la storia di tutti gli uomini e ha dato speranza. Non ha salvato la vita fisica, ma le ha dato un significato e ha riversato il bene sull’umanità che è vissuta dopo di Lui, anche grazie a quei discepoli che all’inizio sono fuggiti per salvare la loro vita fisica ma poi hanno compreso che non impegnarsi per rendere il mondo migliore significa non vivere realmente ma solo vivacchiare e aspettare la morte o, peggio, subirla per l’arroganza di chi non è stato fermato da chi poteva dire di no.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo