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Palermo - Mese di Giugno

Sant’Annibale Maria - nella 2° e 3° fase della pandemia

Questo mese di Giugno è “ricco” di celebrazioni importanti per la nostra Famiglia Religiosa ma anche per la Parrocchia Maria SS.ma delle Grazie di Palermo in cui viviamo già dal 2018 e condividiamo il nostro Carisma, la Spiritualità e la “ricchezza” di devozioni che ci aiutano a crescere nello “zelo” per la “messe” affidata alle nostre cure e al nostro servizio di Figlie del Divino Zelo. Il nostro Padre Fondatore apre il mese con la solennità della sua festa il 1 Giugno. D’accordo con Don Ugo, nostro parroco, si celebra il triduo di preparazione alla solennitànegli ultimi tre giorni di Maggioesponendo il quadro di Sant’Annibale Maria alla devozione dei fedeli. Il 1 Giugno si è celebrata la S. Messa con grande solennità che ha suscitato la devozione e la gioia in noi e in tutta l’Assemblea che ha partecipato sia al triduo che alla festa. Nella Parrocchia risuona già da tempo l’invocazione vocazionale: “Manda, Signore, apostoli santi nella tua Chiesa”.Abbiamo ricevuto l’invito a pranzo da parte dei confratelli Rogazionisti e con gioia insieme con P. Ugo abbiamo trascorso un bel momento di convivialità. Abbiamo ancora molto lavoro da fare, è il nostro impegno di ogni giorno, nella comunità Parrocchiale, nelle famiglie in cui ci facciamo presenti portando la statua della “Madonna Pellegrina”invitando la famiglia e i loro vicini e amici alla preghiera del S. Rosario e trasmettendo a tutti il carisma del Rogate. Tutto ciò, si può fare, grazie anche all’apertura da restrizioni sociali permessi da parte dello Stato e della Regione Sicilia con la fase due e tre della pandemia da corona virus. S. Antonio Il 4 giugno si dà inizioalla novena in onore di S. Antonio da Padova, si espone la statua del Santo e si scopre che risale al 1911 proveniente da Lecce da un famoso cartapestaio: G. Malecore. In parrocchia, praticamente, non c’è una tradizione di devozione a S. Antonio ma Don Ugo sostiene e condivide volentieri con noi l’iniziativa di promuoverla riconoscendo che è secondo la spiritualità di Sant’Annibale Maria il quale tutto faceva per il bene spirituale e materiale della “messe” bisognosa ed emarginata della società. Le preghiere della novena al Santo, si fanno prima della S. Messa della sera, vi partecipa parecchia gente che prega e canta le strofe che proponiamo seguendo la nostra tradizione di Istituto. E’ il secondo anno in cui si onora il Santo di Padova in questa Parrocchia di Roccella e si nota che la gente partecipa volentieri alla preghiera. La celebrazionedella solennità di S. Antonio, quest’anno, viene anticipata al 12 Giugno perché l’indomani sarà già la vigilia del Corpus Domini. Si celebra la S. Messa con grande solennità, viene benedetto e distribuito il pane a tutti i presenti alla celebrazione. Il 13 Giugno, si celebra la S. Messa Vespertina del Corpus Domini, vi partecipano molti ragazzi e bambini del Catechismo con i loro familiari. Al termine della S. Messa, si benedice altro pane e si fa anche la benedizione dei ragazzi e bambini presenti a cui si distribuisce il pane benedetto. I parrocchiani sono felici di ricevere il pane benedetto di S. Antonio, di aver partecipato alla Festa e cominciato a conoscere un Santo che protegge i più piccoli e indifesi: i bambini, gli infermi e tutti i bisognosi nel corpo e nello spirito. Dono di alimenti La Parrocchia ospita l’iniziativa promossa e sostenuta dal Consiglio Periferico ASSOARMA di Palermo e del Rotary Club.Suor M. Aureliana e Suor M. Giuseppina vanno per aiutare a preparare e consegnare dei pacchi dono di alimenti vari alle famiglie più bisognose: erano presenti circa 60 gruppi familiari venuti a ricevere gli alimenti. Insiemecon noi, vi sono parecchi volontari della Caritas, e altri venuti ad aiutare e portare a compimento l’iniziativa. Il tutto si è svolto nella Chiesa Parrocchiale, ha avuto iniziato con un momento di preghiera guidato da Don Ugo ed è proseguito con la consegna del pacco alle famiglie contattate in antecedenza dal responsabile della Caritas parrocchiale. Giovanni Falcone A Palermo, ogni anno viene ricordato, con varie iniziative cittadine e con il coinvolgimento delle scuole anche a livello Regionale e Nazionale, l’anniversario della strage di Capaci. Quest’anno, a causa delle restrizioni sociali per la pandemia del corona virus, la celebrazione non si è potuta fare il 23 Maggio, giorno dell’anniversario, si è quindi posticipata all’11 Giugno in modo più sobrio e solo a livello locale. Fare la “Festa” in Memoria del Giudice Giovanni Falcone e Borsellino uccisi dalla mafia nel 1992, a Palermo è molto importante e significativa poiché il Giudice Falcone ha lasciato un’eredità di impegno per combattere la mafia e suscitare la responsabilità e la coscienza di tutti e ciascun cittadino, compresi i ragazzi e le giovani generazioni. Questo momento così bello ed educativo che coinvolge tutti gli strati sociali e cittadini, viene fatto nella Parrocchia di Roccella grazie all’apertura e la capacità di accoglienza di Don Ugo. Noi siamo state presenti a questo momento in cui è stata fatta la premiazione di un gruppo di ragazzi di scuola elementare di Brancaccio. Questa scuola è stata scelta perché è nella zona dove è stato ucciso il Beato Padre Pino Puglisi per mano della mafia. Egli, oggi è un modello di fede, coraggio, generosità e insegnamento per combattere la criminalità organizzata con la promozione umana, sociale, culturale, religiosa della popolazione con particolare riferimento ai ragazzi e alle giovani generazioni. Attraverso Video, interviste, e molte altre attività, gli alunni di 4° elementare, hanno dato testimonianza di coraggio, coinvolgimento, e iniziativa per raggiungere, in qualche modo, lo scopo per cui il Giudice Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, e Padre Pino Puglisi hanno dato la loro vita. L’Associazione “Lions International” ha fatto da sponsor eha dato a ciascun alunno/a una targa di riconoscimento per incoraggiare e dare valore al loro impegno di studenti e di cittadini capaci di sostenere con coraggio la legalità e l’ordine Sociale nella città di Palermo, in tutta la Sicilia e in Italia. Per noi, è stato bello e importante essere presenti e condividere con tutti questo momento poiché, anche Padre Annibale, la Madre Nazarena e tutta la famiglia del Rogate, è nella stessa direzione e attualizzazione di “Missione e Promozione” umana, familiare, sociale, culturale, religiosa. Sacro Cuore La festa del nostro “Divino Fondatore” e Titolare dell’Istituto, cade il 19 Giugno. Il giorno 10, si inizia quindi la Novena in onore del Sacro Cuore di Gesù, si espone la statua che, come quella di S. Antonio, risale al 1911 proveniente da Lecce da un famoso cartapestaio: G. Malecore. Nella comunità parrocchiale di Roccella, nonostante la prima Chiesa fosse stata dedicata al Preziosissimo Sangue, purtroppo, lungo il tempo si è persa tale devozione. La gente, ha accolto con apprezzamento l’iniziativa di ripristinarlacelebrando la novena seguendo la nostra spiritualità e il Carisma del Rogate.La solennità del Sacro Cuore, viene celebrata con grande gioia, entusiasmo e partecipazione, la Chiesa era gremita di gente venuta per esprimere la loro devozione. Prima della S. Messa, viene esposto il Santissimo Sacramento, si prega il Rosario Eucaristico e la Litania del Sacro Cuore. Dopo la celebrazione Eucaristica, viene fatta una preghiera di consacrazione delle famiglie al Cuore di Gesù. Sembra un buon inizio per continuare a rafforzare nei parrocchiani il legame di amore che tutti hanno espresso per il Sacro Cuore di Gesù.

Semi di Parola

XX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Sono venuto a gettare fuoco sulla terra (Lc 12,49-53).
Siamo di fronte ad uno degli insegnamenti più ambigui di Gesù. Per comprenderlo è necessario fare riferimento al contesto in cui è avvenuta la sua predicazione: in quell’ambiente, infatti, i legami famigliari erano fondamentali; tutto si faceva in nome del proprio gruppo di appartenenza, per difenderne l’onore e gli interessi. Lo stesso Gesù ha deciso, da adulto, di tagliare con la famiglia trasferendosi altrove. Nel chiamare i discepoli ha chiesto loro di fare altrettanto, come fanno, ad esempio Giacomo e Giovanni nei confronti del padre. In un altro insegnamento scandaloso Gesù, di fronte alla richiesta di seppellire il padre morto dice: lascia che i morti seppelliscano i loro morti. Ci troviamo, in realtà, di fronte a un linguaggio paradossale, in quanto Gesù sa benissimo che è necessario prendersi cura dei genitori nella loro fragilità e lo dice, ma ciò che contesta è il primato degli interessi di parte che mettono in questione la solidarietà con i deboli e gli ultimi che non fanno parte del proprio “cerchio magico”. Quando dice che non è venuto a portare pace ma divisione, non si sta riferendo alle relazioni tra i popoli, dove vige l’uso della forza e delle armi, ma a quelle tra le persone, in cui ci si attende la priorità per il proprio clan, anche a scapito della solidarietà umana. Il messaggio di Gesù era dirompente, e lo sarebbe diventato sempre di più, all’interno del proprio gruppo etnico, cioè l’ebraismo (la “terra” di cui parla è la “terra d’Israele”), che insegnava a trattare gli altri come nemici o comunque irrilevanti. Questa mentalità è purtroppo rimasta, a volte latente, a volte esplicita nell’identità ebraica. Con la fine delle istituzioni politiche, voluta dai romani, la difesa dell’identità ha seguito per lo più vie non aggressive per mancanza di mezzi adeguati, ma oggi assistiamo ad una forma di affermazione di sé estremamente violenta perché si hanno mezzi a disposizione e un’ideologia di fondo, mai abbandonata, di pretesa di superiorità rispetto agli altri, i goyim, i non ebrei. Gesù, da ebreo (come anche Paolo), ha voluto mettere radicalmente in questione questa pretesa, innescando reazioni all’interno del suo mondo di appartenenza di rifiuto anche violento. Ecco perché parla di divisione e di mancanza di pace. Non per nulla i primi testi cristiani, parlano soprattutto di persecuzione all’interno dell’appartenenza ebraica, a cominciare dal sinedrio nei confronti di Gesù, ma anche da Paolo che, prima di aderire al movimento cristiano, è stato un acceso oppositore di quella che era ritenuta una setta pericolosa per l’identità del gruppo. Questa deriva violenta diverrà tipica anche dei cristiani che si riterranno il nuovo Israele, beneficiario della protezione e benedizione di Dio. Come a dire che il problema non è della singola identità religiosa o politica ma dell’uso che ne facciamo. Se la religione diventa causa di divisione o strumento di violenza, meglio separarsene anche in modo drastico, a costo di innescare reazioni violente da chi non accetta la scelta, piuttosto che essere noi causa di sofferenza per altri in nome di un dio di parte.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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