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Campobasso 26 Settembre 2020

Prima comunione di Mirco

PRIMA COMUNIONE di MIRCO Z. Finalmente dopo la lunga attesa causata dalla pandemia, il 26 Settembre è arrivato il giorno atteso. Mirco uno dei nostri ragazzi, insieme ad altri 7, ha ricevuto Gesù Sacramentato per la prima volta, nella Chiesa di Santa Maria della Croce, nella città stessa di Campobasso. Mirco accompagnato dalla sua catechista e da noi suore della comunità, attraverso vari interventi, tramite incontro Meet e lavori su diversi moduli in casa, si è preparato con impegno, con amore e con gioia. In chiesa è stato accompagnato da me, da qualche educatrice e dai suoi, godendo e partecipando alla gioia ed emozione di Mirco. Gesù che già nel Battesimo lo ha incontrato, ora è venuto in una forma diversa, sotto le specie del Pane. Dopo la celebrazione, tornando a casa, i nostri ragazzi, le suore e alcune educatrici hanno condiviso con lui la cena con canti augurali nel clima di festa. Con Mirco vogliamo esprimere il nostro grazie al Signore per questo dono; l’incontro con Gesù nell’Eucaristia sostenga il suo cammino. Cosi sarà bella ogni Domenica ... sarà bella anche la vita di ogni giorno. "Grazie Gesù" è l’espressione del cuore di Mirco. Il giorno della Prima Comunione non si dimentica mai nella vita. Suor Judith Bido

Semi di Parola

IV Domenica di Avvento – Anno A - Giuseppe era uomo giusto (Mt 1,18-24).
Il dramma di Giuseppe è quello di trovarsi di fronte ad una situazione non solo inattesa ma anche al di fuori dei parametri sociali di riferimento. Quest’uomo viene a conoscenza che la futura moglie aspetta un bambino che non è suo. La sua coscienza e la volontà di obbedire alla legge di Dio di cui è un osservante scrupoloso (questo è il senso del termine “giusto”) lo obbligano a non accogliere più Maria nella sua casa perché adultera. Il suo senso di giustizia però è temperato dalla misericordia; forse capisce che spesso le donne sono a loro volta vittime della violenza di altri uomini e sa che Maria non farebbe mai un atto contrario alla legge di Dio. Ecco perché anziché denunciarla pubblicamente per adulterio, sceglie di assolvere all’obbligo che gli impone la legge di Mosè nascondendo la vera causa del ripudio. Tuttavia, si apre una possibilità del tutto nuova che può comprendere fidandosi di Dio ma anche di Maria; Giuseppe vede non l’atto ma la persona e le dà la possibilità di dimostrare che lei è lo strumento dell’agire imprevedibile di Dio. L’esempio di Giuseppe, che fa una scelta fuori dagli schemi della società in cui vive, solo fidandosi di un sogno, diventa per noi l’emblema del coraggio di percorrere strade nuove, di non aver paura di rimettere in discussione anche i principi sacrosanti che ci sono stati imposti come volontà di Dio. Quante strutture e modi di pensare, rimasti invariati per secoli, oggi sono messi in crisi dal cambiamento epocale della cultura umana! Alcuni costumi e regole sono stati pensati e codificati quando l’umanità conosceva solo i governi assoluti che si volevano fondati sul diritto divino; anche la subordinazione femminile o di alcuni strati sociali e categorie di persone erano dati per immutabili. Voler continuare oggi a difendere alcune forme di espressione ecclesiale in nome della tradizione quando tutto ormai è cambiato nella percezione umana, perché il mondo è diventato infinito grazie alle scoperte scientifiche e non è più una sfera o una zattera sotto una campana di vetro, come quando sono state codificate certe norme, significa aver paura, in fondo, di accogliere l’imprevedibilità di Dio. Questo racconto ci dice che, se Giuseppe avesse continuato a pensare solo con gli schemi anche sacrosanti che gli imponeva la tradizione, la storia dell’incarnazione di Dio non sarebbe stata la stessa. Solo il coraggio di fare scelte inconsuete può farci collaborare con Dio a cambiare la storia.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo