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8 Ottobre - Oria

Felice 60° anniversario sr Dolores e sr Geltrude!

Pochi giorni fa giovedì, 8 Ottobre abbiamo festeggiato il 60° anniversario di vita consacrata di Sr Dolores e sr Geltrude. La mattina dello stesso giorno il parroco Don Francesco ha celebrato nella cappella del centro sociale Annibale Maria di Francia la s. Messa in onore delle festeggiate insieme alle consorelle del centro San Benedetto e molti altri amici. Dopo poco nel salotto dello stesso centro è stato allestito un piccolo buffet con dolci e bevande calde. Sr Dolores e Sr Geltrude hanno manifestato la loro gioia e commozione ai presenti, ben felici di partecipare ad una tappa così importante. Anche il personale educativo del centro sociale e le mamme hanno voluto festeggiare l'anniversario di sr Dolores con cui condividono la vita di comunione. Grazie all'aiuto di sr Sherly che ci ha inviato del materiale fotografico relativo alla vita religiosa di sr Dolores è stato realizzato un cartellone con le immagini che la ritraggono nei momenti più rilevanti. Le educatrici e le mamme hanno preparato un buffet di dolci e tanti palloncini per la piccola festa e hanno regalato un' orchidea bianca simbolo di purezza. Chiaramente sr Dolores non si è presentata a mani vuote e ha preparato per noi dei panini e dei tramezzini, a dimostrazione della sua grande generosità. Auguriamo a Sr Dolores e a Sr Geltrude ancora una vita piena e illuminata sempre dal sostegno del Signore, perché le custodiscano e proteggano sempre. Rossana Martellotta La serata si è conclusa con una grande cena, un momento di gioia e unione spirituale che ha coinvolto la nostra intera famiglia. La Coordinatrice Dott.ssa Federica Desiato

Semi di Parola

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Era un Samaritano (Lc 17,11-19).
L’evangelista Luca ha molto a cuore i Samaritani che, come dice lo stesso Gesù, pur credendo nello stesso Dio, erano considerati stranieri, con l’aggravante di essere scismatici perché non rendevano culto a Dio a Gerusalemme. Luca presenta come modello di servizio al prossimo il buon Samaritano e sottolinea come tra i guariti l’unico che va a ringraziare Gesù è uno di loro. Negli Atti Gesù dirà ai discepoli che devono evangelizzare anche la Samaria e se ne descriverà la prima predicazione. Per questo evangelista i Samaritani sono un simbolo di chi crede in Dio ma non si sottopone alle regole giudaiche, anticipando così la chiamata dei pagani (altri stranieri rispetto al giudaismo) alla fede tramite Pietro ma soprattutto tramite Paolo. I Samaritani, come anche i pagani, abitavano nella Terra d’Israele ma erano considerati ospiti scomodi, fastidiosi e poco tollerati, nonostante anche loro abitavano da secoli quella terra. Si potrebbe dire: nulla di nuovo sotto il sole. Anche oggi, infatti, c’è una situazione simile in quella terra: c’è chi crede nel Dio della bibbia e usa quella fede per considerare straniero chi non è come lui fino al punto di tollerarne l’annientamento o desiderarne l’espulsione. Gli storici antichi raccontano diversi episodi di massacri perpetrati a danno dei samaritani o anche di interi gruppi di pagani che abitavano nella Palestina, come anche si racconta dell’intolleranza verso i giudei da parte di altri gruppi. La predicazione di Gesù prima, e di alcuni cristiani come Paolo dopo, è andata nella direzione del superamento delle barriere etniche o religiose dicendo che ormai con Gesù è stato abbattuto il muro che divideva i giudei dagli altri e Paolo arriva a dire che i non ebrei non sono più stranieri né ospiti ma famigliari di Dio. È questa la sfida che il cristianesimo ha lanciato alla propria radice giudaica, presentando un Dio che non fa distinzione tra gli esseri umani perché tutti sono creati da Lui. Anzi, paradossalmente, ci dice il vangelo di oggi, quelli che si sentono più vicini hanno perso la capacità di ringraziare perché non sentono di aver ricevuto un dono, come ad esempio i comandamenti, ma pensano che tutto sia loro dovuto, che siano gli ebrei che si vantano della legge e della terra o i cristiani che si vantano di avere garantita la salvezza. Chi è lontano ed è spesso disprezzato, invece, comprende bene quando c’è qualcuno che lo guarda, come ha fatto Gesù, con empatia e accoglienza, facendo sentire quell’amore totale di Dio per tutti gli esseri umani perché suoi figli.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

libreria del santo