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8 Ottobre - Oria

Felice 60° anniversario sr Dolores e sr Geltrude!

Pochi giorni fa giovedì, 8 Ottobre abbiamo festeggiato il 60° anniversario di vita consacrata di Sr Dolores e sr Geltrude. La mattina dello stesso giorno il parroco Don Francesco ha celebrato nella cappella del centro sociale Annibale Maria di Francia la s. Messa in onore delle festeggiate insieme alle consorelle del centro San Benedetto e molti altri amici. Dopo poco nel salotto dello stesso centro è stato allestito un piccolo buffet con dolci e bevande calde. Sr Dolores e Sr Geltrude hanno manifestato la loro gioia e commozione ai presenti, ben felici di partecipare ad una tappa così importante. Anche il personale educativo del centro sociale e le mamme hanno voluto festeggiare l'anniversario di sr Dolores con cui condividono la vita di comunione. Grazie all'aiuto di sr Sherly che ci ha inviato del materiale fotografico relativo alla vita religiosa di sr Dolores è stato realizzato un cartellone con le immagini che la ritraggono nei momenti più rilevanti. Le educatrici e le mamme hanno preparato un buffet di dolci e tanti palloncini per la piccola festa e hanno regalato un' orchidea bianca simbolo di purezza. Chiaramente sr Dolores non si è presentata a mani vuote e ha preparato per noi dei panini e dei tramezzini, a dimostrazione della sua grande generosità. Auguriamo a Sr Dolores e a Sr Geltrude ancora una vita piena e illuminata sempre dal sostegno del Signore, perché le custodiscano e proteggano sempre. Rossana Martellotta La serata si è conclusa con una grande cena, un momento di gioia e unione spirituale che ha coinvolto la nostra intera famiglia. La Coordinatrice Dott.ssa Federica Desiato

Semi di Parola

V Domenica di Pasqua – Anno C - Come io ho amato voi così amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,31-33a.34-35).
Nel momento in cui Gesù pronuncia queste parole è appena avvenuta la lavanda dei piedi: un gesto impensabile in una cultura in cui è l’inferiore che svolge servizi umili per il superiore. L’insegnamento sull’amore modellato sullo stile di Gesù riecheggia altre parole del Maestro, registrate in altri vangeli: chi vuol essere il primo sia l’ultimo; chi governa sia come colui che serve; il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire. È tutta qui la logica del vangelo: non il dominio ma la cura; non l’esaltazione ma l’abbassamento. In questo modo si diventa imitatori di Dio stesso che essendo il primo, Colui che è sopra tutto e tutti, nel suo agire può solo abbassarsi. L’amore di cui parla il vangelo (l’agàpe) va solo in una direzione: verso l’altro, mai si rivolge a sé stesso, proprio come fa Dio nei confronti del mondo ma anche all’interno del suo mistero d’amore che è la Trinità. La chiesa, intesa come comunità di coloro che testimoniano questo tipo di amore, è riflesso della Trinità perché nelle relazioni si vive la gratuità reciproca (ovviamente questo vale per come Dio desidera la chiesa, non per la sua realizzazione storica dove spesso invece prevalgono sete di potere e di dominio sugli altri, cosa che si manifesta persino nei segni visibili che distinguono i ruoli, codificati in quei tempi in cui il potere mondano si arrogava di essere emanazione della potestà di Dio). Anche oggi, nonostante la desacralizzazione del potere, rinasce la tentazione di ritenersi un’emanazione del divino (l’America è solo ultima in ordine di tempo) e ci si arroga l’autorità di interpretare persino le parole di Gesù in chiave antiumana (come chi dice che l’amore del prossimo riguarda solo la stretta cerchia dei propri affetti, giustamente criticato da chi ora si chiama Leone XIV). Per resistere e combattere questa strumentalizzazione, ancora una volta i discepoli sono chiamati a testimoniare la gratuità dell’amore e il primato del servizio sull’esempio di Gesù che non ha lavato i piedi solo agli amici (che di lì a poco lo avrebbero rinnegato e abbandonato) ma anche a chi, come Giuda, aveva già in animo di consegnarlo ai nemici. Se il criterio dell’amore è Cristo, nessuno può essere escluso in linea di principio: persino i nemici sono compresi. Il limite non è dato dal numero dei destinatari (praticamente infinito) ma solo dalla nostra incapacità di andare fino in fondo come invece ha fatto Gesù.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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