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16 e 17 Ottobre - Bari

25° e 60° di Suor Marianna e Suor M. Albina

Noi, comunità del centro giovanile vocazionale di Trani-VSM, in occasione della celebrazione del 25° e del 60° di Professione religiosa di Suor Marianna Bolognese e Suor M. Albina Colonna della comunità di Bari, siamo state invitate ad animare il gruppo dei ragazzi del centro diurno e... anche le sorelle della comunità. I ragazzi attraverso un’ intervista doppia, si sono accostati alla realtà della Vita Consacrata, una scelta che nasce dall'incontro con Gesù e dalla scoperta del suo grande amore per ciascuno. A tutti loro abbiamo voluto comunicare questa bella notizia: Gesù ti ama! E chissà se qualcuno di loro scoprendo questo Amore si innamori di Gesù... e lo segua... Questo amore di Gesù, che ha attratto Sr Marianna e Sr M. Albina, lo abbiamo voluto rivivere la sera, in un momento ricreativo con la comunità di Bari, attraverso una danza che interpretava il canto. "Sposa amata". È stato bello ritrovarci insieme attorno al nostro unico tesoro: "Gesù". La comunità del Centro Giovanile Vocazionale di Trani VSM

Semi di Parola

XVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C - Di una cosa sola c’è bisogno (Lc 10,38-42).
Come capita spesso con la bibbia, molti episodi o frasi vengono fraintese lungo la storia. Questo è uno dei brani evangelici interpretati peggio, in quanto usato per distinguere due modi di essere cristiani, due vocazioni: quella attiva, di chi rimane nel mondo, facendo i conti con i necessari compromessi, e quella contemplativa, la migliore tra le due, in quanto ci si dedica totalmente a ciò che i maestri spirituali chiamavano opus Dei. La traduzione italiana va in quella direzione, in quanto vuol far intendere che, in fondo, Marta fa del suo meglio per servire Gesù, come fanno del proprio meglio quelli che devono stare nella società per produrre beni che ritornano utili anche a coloro che invece si dedicano totalmente a Dio; ricordando, però, che chi è come Maria ha scelto la parte migliore tra le due, la vocazione che più avvicina a Dio. Niente di più fuorviante; nella lingua originale è scritto che Maria ha scelto la parte buona, l’unica positiva. In cosa consiste? Se si comprende bene il modo di dire del linguaggio antico, “essere seduti ai piedi” di qualcuno significa essere suo discepolo. Maria, infatti, dice il vangelo, ascoltava la parola stando ai piedi di Gesù. Un ascolto da intendere in senso forte come obbedienza, facendo di quella Parola il criterio delle proprie scelte. Marta no: per lei il criterio è la propria esaltazione nell’unico ruolo che era riconosciuto a quei tempi per la donna: quello domestico. Ma in quell’essere indaffarata di Marta c’è ogni attività umana non finalizzata alla costruzione del regno di Dio, ogni darsi da fare per costruire un monumento a sé stessi o per dominare gli altri. Maria, nell’intenzione dell’evangelista, ha compiuto un gesto rivoluzionario non perché non faceva nulla ma perché ha fatto qualcosa di inaudito per una cultura in cui la Parola o la Torah non poteva essere insegnata alle donne; un tempo in cui i maestri potevano avere solo discepoli uomini. Allo stesso tempo, l’ascolto della parola da parte di Maria ai piedi di Gesù è in realtà la metafora non di un’apatica e passiva contemplazione ma della vitalità di chi lotta per costruire il regno di Dio, impegnandosi per la giustizia sociale e la difesa della dignità umana.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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